La Rete di Indra

July, 2017
AMRN051
CD Digipack
Price: 
12.50
Luca Segala Libertrio

Libertrio  is the newest project of Luca Segala: another interesting investigation on post-jazz language through a very personal saxophone voice, here interplaying with drums and double bass, delivering luminous frames and complexity of the lines, dense trialogues and classical clarity.
Intriguing, assertive, evocative and really good.

Sospesa sopra la reggia del dio Indra, simbole delle forze naturali che nutrono e proteggono la vita, vi è una vastissima rete.
Ad ognuno dei sui nodi è legato un gioiello.
Ogni gioiello riflette in sè l’immagine di tutti gli altri, rendendo la rerte meravigliosamente luminosa.

(Daisaku Ikeda)

Reviews

All About Jazz
Neri Pollastri

Disco in parte atipico per Amirani, questo ultimo lavoro del sassofonista Luca Segala vede all'opera un classico trio sax tenore-contrabbasso-batteria impegnato su composizioni originali che potrebbero rimandare -per interazione, ritmi e libertà -a Jackie McLean, oppure -per fraseggi e suono -a Sonny Rollins. Niente di direttamente innovativo, quindi, né di radicalmente improvvisato, tuttavia neppure niente di "datato" o "etichettabile." 

Già questo è, francamente, un pregio, perché spesso "buttarla in cerebralità" finisce per essere un modo facile (per l'autore, meno per l'ascoltatore) per vantare una (pretesa) innovatività: molto più difficile esser freschi e non prevedibili senza tuttavia uscire in modo netto dalla tradizione e dalla intelligibilità. E in questo La rete di Indra freschezza e imprevedibilità non fanno difetto. 

Lo si percepisce fin dalla prima traccia, "Tony's Hungry," nella quale il ritmo incessante del contrabbasso e la pulsazione intensa della batteria fanno da sfondo a un lavoro nitido ma cangiante del tenore di Segala, per un contesto fortemente interattivo che ricorda certi trii del compianto Arthur Blythe. Notevole l'originalissimo assolo di contrabbasso di Gianluca Albertiprima del ritorno del tema (anche in questo una traccia "classica"). 

Non divergono molto da questa cifra i brani successivi, che vivono tutti di un lavoro sinergico con spazi di libertà per tutti i tre protagonisti, con Alberti che a più riprese si conferma solista dal suono particolarmente originale, spesso con il sensibile supporto della batteria di Tony Boselli). Ovvia tuttavia la prevalenza delle linee disegnate dal tenore, con il leader che mostra un fraseggio estremamente variato, sebbene mai cerebrale o virtusoistico: di nuovo, ben radicato nella tradizione, ma al tempo stesso né "scolastico," né ostentatamente free

Ne vien così fuori un lavoro personale ma fruibilissimo, da ascoltare con attenzione ma mai stancante, che ha forse nella più astratta "The Charm of the Dance" e nella maggiormente lirica "L'occhio di Nina" i suoi momenti più alti, e che può soddisfare tanto chi sia attratto alla tradizione, quanto chi invece privilegi la creatività, magari favorendo agli uni e agli altri un'incursione nel loro opposto.

Kathodik
A.G. Bertinetto

Quella che ci consegnano le otto tracce del disco di Luca Segala (sax tenore), Gianluca Alberti (conteabbasso) e Tony Boselli (batteria) è una prova assai convincente del fatto che il jazz, senza altre aggettivazioni, lo si può fare ancora bene senza voler per forza fare i salti mortali. Sin dal primo brano, Tony’s hungy, colpisce la nitidezza del disegno che guida il trio. Una pulsazione continua regge dinamicamente l’andamento dell’interplay e delle improvvisazioni; i riff del sax e del contrabbasso forniscono chiari punti di riferimento, anche grazie alla cantabilità e alla ballabilità delle melodie; le voci di ogni strumento acquisiscono profili ben definiti, svolgendo i propri ruoli con la giusta decisione e maestria e prendendosi, quando è il caso, la scena; su tutti emerge, in particolare, il suono del sax tenore, che ricorda un certo Sonny Rollins, la cui eredità riecheggia anche nel tema di qualche melodia (L’occhio di Nina ad esempio). La semplicità della ricetta proposta, grazie al modo cristallino in cui è messa in atto, è senz’altro un ingrediente importante della riuscita di questa incisione del 2015.

Sands Zine
Mario Biserni

In un precedente disco pubblicato per Amirani – la recensione al link riportato sopra – Luca Segala era a capo di un quintetto piuttosto particolare e suonava una buona gamma di sassofoni. In “La rete di Indra” è invece a capo di un trio estremamente succinto – sax più sezione ritmica, a misura di quelli che andavano per la maggiore a cavallo fra gli anni ’50 e gli anni ’60, e limita la sua azione al sax tenore. Il risultato sta in un jazz schietto e privo di fronzoli. Prendete un sassofonista energico, ma al contempo limpido e melodico, come Sonny Rollins e un batterista afro, e altrettanto melodico, come Ed Blackwell, aggiungeteci un contrabbassista ricucitore tipo Henry Grimes o Richard Davis e otterrete una formazione non molto dissimile da questo Libertrio seppure, messa così, la cosa possa essere ingannevole, e possa esserlo per ben due motivi. Innanzi tutto è bene chiarire che Segala e compagni plasmano il tutto con una personalità propria e ben definita, seppure non ben definibile. In secondo luogo quanto scritto potrebbe far pensare a un jazz stantio e datato. Niente di tutto ciò, ché “La rete di Indra” suona fresco e presente, molto più di tante opere che si presentano con la presunzione di essere innovative. Segala, pur non avanzando pretese in tal senso, riesce a produrre una musica veramente mal databile. La citazione da Daisaku Ikeda, posta nell’interno di copertina, dispone poi la mente dell’ascoltatore a librarsi in innumerevoli viaggi, trasformandolo in un Pessoa seduto davanti alla finestra.

L'isola che non c'era
Alberto Bazzurro

... Altri due trii, entrambi con un sassofono al posto del piano, bussano alla nostra porta. Il primo è capitanato dal tenorista Luca Segala (foto in alto) e firma La rete di Indra(Amirani), album di sicuro spessore creativo, ottima sinergia di gruppo e solidità globale, su terreni avanzati ma senza salti nel vuoto .. 

Sound Contest
Olindo Fortino

Con “La rete di Indra” del Luca Segala Libertrio si rientra invece nei canoni dell’afroamericana più godibile e verace. Frutto di un’incisione milasese in studio del 2015, il disco in questione propone otto composizioni originali firmate dal sanremese Luca Segala (sax tenore) alla testa di un trio completato da Gianluca Alberti (contrabbasso) e Tony Boselli(batteria). La mescolanza di radici free, umori post-bop, slanci impro e motivi blues-swing innerva in modo fresco e accattivante la linea melodica delle singole tracce. La bontà della scrittura e dell’esecuzione già si apprezza dall’iniziale Tony’s Hungry, ipnotica danza poliritmica che insieme ai fraseggi melodici del sax offre un bel cono di luce al lavoro di contrabbasso e percussioni, qui istigati a gettare un solido ponte tra Africa e Medioriente come usavano fare i primissimi Masada di Zorn. L’emissione di Segala esprime timbri aciduli alternati ad altri di grana più limpida e nitida, proiettando così un cromatismo luminoso sull’ampia gamma di sonorità e ritmi apportata da Alberti e Boselli, ambedue messi sempre in condizione di farsi notare durante lo svolgimento dei brani. Al clima sperimentale e introverso di Acqua si contrappone quello sensuale e notturno de L’occhio di Ninamentre Little Suite e la finale Prendi i soldi e scappa aderiscono nello spirito della loro impostazione e struttura al frizzante e goliardico lessico della scuola olandese. Un disco fruibile ma per nulla banale, a dimostrazione che il catalogo Amirani non è solo ricettacolo di suoni e proposte che premono sulle meningi.

Vynilmine

Πολύ ωραίο κλασικό τζαζ σχήμα, οι Libertrio του τενόρο σαξοφωνίστα Luca Segala μας συστήνονται εδώ μ’ ένα CD, που πετάει φωτιές. Εννοώ πως το σχήμα (Gianluca Albertiκοντραμπάσο, Tony Boselli ντραμς οι υπόλοιποι δύο) είναι πολύ δυνατό παίζοντας σε φουλ φάση και πάντα επάνω στην αμερικάνικη blues, bop και post-bop παράδοση. Έτσι, είτε στις μπαλάντες (μέσω των οποίων καταγράφονται οι πιο ισχυρές και κολλητικές μελωδίες – άκου π.χ. το “A prayer”), είτε στα πιο γρήγορα θέματα οι Ιταλοί αποδεικνύονται πολύ διαβασμένοι… σ’ αυτό το κλασικό για τους Αμερικανούς τζαζ ύφος, το οποίο οι Ευρωπαίοι το έχουν πια, στην καθαρότητά του, μάλλον λησμονημένο. Εννοώ πως εδώ έχουμε καθαρή... αμερικάνικη τζαζ, παιγμένη με πολύ εκφραστικό τρόπο, χωρίς ευρωπαϊκές «έντεχνες», αβάντ, ρομαντικές ή… μεσογειακές προσμείξεις. Και είναι αυτό, εν τέλει, που κάνει το “La Rete di Indra” ενδιαφέρον. Η καθαρότητα και η σαφήνεια του ή και το χιούμορ του (“Tony’shungry”).

Music Zoom
Vittorio

Il  nuovo CD di Luca Segala, che questa volta si concentra soltanto sul sassofono tenore, esplora la formazione del trio insieme alla ritmica pulsante di Gianluca Alberti al contrabbasso e e Tony Boselli alla batteria. L’esperto musicista sa guidare con mano ferma questa formazione che esegue soltanto sue composizioni. Il suono caldo del sassofono tenore si ispira a quella che è la storia di questo strumento nel jazz, da Sonny Rollins ai musicisti dell’avanguardia apparendo piuttosto ispirato. Tony’s Hungry che apre il disco è un brano dall’andamento danzante in cui il contrabbasso ha un notevole ruolo, fino al lungo assolo eseguito a ritmo sempre più veloce. My Sweet Home è un brano dall’aspetto più moderno, in cui i tre esplorano le possibilità offerte da questo tipo di formazione, ognuno con un ruolo ben preciso ma all’interno di un dialogo alla pari, anche qui Alberti si ritaglia un bello spazio con le corde del contrabbasso cui segue brevemente la batteria prima dell’assolo dirompente di Segala, che qui appare particolarmente in stato di grazia. The Charm of the Dance è fra i brani più accattivanti con un’improvvisazione ricca di idee di Segala. A Prayer reintepreta a modo proprio musiche antiche, mentre su Prendi i soldi e scappa il ritmo veloce porta ad un’esecuzione vigorosa, di aperto stampo jazzistico. Il Libertrio funziona abbastanza bene, abile ad integrare improvvisazione e composizioni del leader in una musica compatta e senza sbavature.

Credits: 

All compositions by Luca Segala
Recorded July 14, 2015 at Soluzioni Musicali recording studio, Milano, Italy
Sound engineering and mixing: Stefano Spina
Graphics: Nicola Guazzaloca
Produced: Luca Segala
Executive production: Gianni Mimmo for Amirani Records

Luca Segala: tenor saxophone
Gianluca Alberti: double bass
Tony Boselli: drums