Samsingen

December, 2006
AMRN004
CD Jewel Box
Price: 
12.50
Anna-Kajsa Holmberg, Luca Serrapiglio, Nicola Guazzaloca, Andrea Serrapiglio

Archaic swedish songs sublimated with a contemporary attitude in an intense performance by a stunning young quartet including Luca Serrapiglio on bass clarinet, Nicola Guazzaloca on vibes and Andrea Serrapiglio on cello and featuring the beautifully pure voice of Anna-Kajsa Holmberg.

Themes are crossed in a colourful free thrilling way. Mysteries from the deep North accurately mixed by Lorenzo Dal Ri which also add an oblique sight remix to the playlist.

Don’t miss this surprising work!
Inside booklet with original and translated texts and cover art featuring beautiful images by Elda Papa.

Reviews

Jazz Review
David Wayne

Samsingen is an unlikely collaboration between Swedish classical vocalist Anna-Kajsa Holmberg and a group of Italian improvising musicians led by the Serrapiglio brothers. Holmberg, described as a 'lyric coloratura mezzo-soprano' by her artistic management representatives, is a graduate of the Carl Nielsen Academy, and has played lead roles in 20th Century operas by composers such as Peter Maxwell-Davies and Per Nørgård. Unlike the stereotypical operatic vocalist, Holmberg's approach to the decidedly non-operatic music on “Samsingen” is unassuming and not the least bit overbearing. However, she is clearly the centerpiece of “Samsingen” and her perfect intonation, effortless phrasing, and unaffected delivery are a joy to behold.

The rest of the ensemble does more than merely provide a backdrop to Ms. Holmberg's stunning voice. Holmberg interacts with the instrumentalists - and they interact with her - in a variety of interesting and unexpected ways. Their music is moody, atmospheric, often somewhat melancholy - like something that would not be out of place in the ECM 'New Series' catalog. In many ways, “Samsingen” owes somewhat more to 20th Century avant garde chamber music than it does to either avant garde jazz (á la Jimmy Giuffre's early 60s trio), or to traditional Swedish folk music.

Though Italy and Sweden seem to be worlds apart, the collaboration actually works extremely well, as the quartet consistently focuses on the most passionate, most intense aspects of the Scandinavian folk canon. 'Väntat Haver Jag' is a great example – Holmberg sings the tragic-sounding theme, which ebbs and swells as the vibes and bass clarinet muse in the background. It's all very restrained, yet packed with seething emotions. Cellist Andrea Serrapiglio takes the jaunty, sparkling 'Aller e Re' and reconfigures it into a bleak, droning soundscape, only to be overtaken by a particularly carefree vocal rendition of the theme. They really hit their stride on 'Kväller är I Tuna,' where Holmberg's riveting vocal is accompanied by the ensemble's enthusiastic Medieval-sounding accompaniment – it's the aural equivalent of an allegorical tableau by Pieter Bruegel the Elder. 'Ack Högaste Himmel' is more outwardly creepy, with its slowly-changing backdrop of scraping cymbals, cello drones, and malevolently humming electronics. Electronics and sampling crop up again on the wildly hiccuping 'Hej Hipp Remix,' which might make you think that the CD is defective at first listen.

Though Samsingen is clearly Holmberg's show, each of the instrumentalists spends considerable time in the musical foreground. All three are effective improvisers, particularly bass clarinetist Luca Serrapiglio. I especially enjoyed Nicola Guazzaloca's cool, detached vibraphone work throughout. The only misstep on this fine debut CD are the brief passages of free improvisation, which seem - to my ears - to be just a tad stiff and calculated-sounding. But this is a minor quibble. Samsingen is a strong debut by a distinctive group of young European musicians. When their music comes together in tight focus, the results are quite powerful.

Rockerilla
Aldo Chimenti

Un opus di meraviglie sonore che sanno di arcaico e nuovo insieme. Un prodigio d'aulica bellezza che esprime equilibri profondi fra tradizione e avanguardia, fra incanti canori e arcobaleni strumentali che sconfinano nella ricerca pura pur custodendo la magia degli spartiti originali.

Blow Up
Valerio Mattioli

La collaborazione tra i quattro regala momenti di estremo fascino: il suono - brumoso, incorporeo, dal passo spesso dolente e come disseppellito da strati su strati di polvere - conserva un che di arcaico, di straniante, con punte di lirismo tanto caldo quanto asciutto.

Citizen Jazz
Mathieau Durand

Samsingen marie avec une certaine grâce chants traditionnels, folklore et instruments modernes. Mené par une voix suédoise enjouée, accompagnée ici et là d’un accordéon, d’un violoncelle ou d’une clarinette basse (les musiciens étant tous italiens), ce premier album s’écoute avec curiosité. Les oreilles se porteront surtout vers le morceau récité entrecoupé de passages free qui donne son nom à l’album (et au quartet).

Kathodik
Sergio Eletto

Prosegue il cammino ‘alla scoperta della nuova contemporanea’ della Amirani con l’uscita di un disco senz'altro non comune e con classe ordito. Quello che si prefigge di ottenere l’operazione denominata“Samsingen” è un melange fra tradizione e modernità, un tema che abbiamo visto (inter)correre già, insieme all’aspetto ‘comunicativo’, nelle precedenti uscite dell’etichetta.*

Samsingen è un vento di armonie antiche, sbiadite da un tempo che si dimentica le arcane e arcaiche identità musicali – culturali in generis - di una terra, di un popolo, di una storia; testimonianze ancora non risucchiate del tutto dall’oscurità imperante di oggigiorno, che riemergono attraverso una visione nuova, altra del comporre, del giocare con la musica e con i suoi tanti anni percorsi. Vecchie ballate svedesi, fiorite nel nord più freddo dell’Europa, con il loro charme seducono e mettono alla prova un manipolo di interessanti musicisti-sperimentatori. Innanzitutto vi è l’armonica, squisita – persino spensierata - voce di Anna-Kajsa Holmberg che volteggia come un elegante farfalla sopra articolate pulsazioni impro-avant, generate da Nicola Guazzaloca (vibraphone, percussions, accordeon), ndrea e Luca Serrapiglio (rispettivamente cello e clarinetto basso) e Lorenzo dal Ri (partecipe solo con i propri ‘suoni’ nel rmx di Hej hipp).

Tante volte ci si è imbattuti in futuristiche (ri)proposte di artisti odierni, magari con un’esalazione di scontroso punk, di vecchie ballate nascoste in/da qualche offuscato paese del vecchio continente: basti per esempio ricorrere all’interesse degli Ex per la musica ungherese, con devozione assoluta verso il canto di Márta Sebestyén. Ma era raro, incrociare come ora, una simile trasposizione che (ri)veste note impolverate dal tempo con il gusto (più) anti-convenzionale della musica colta, ‘oltre modo‘ radicale, come questa celebrata con sporadica e selezionata integrità dal quartetto intestatario.

Ci si domanda se si possa resistere ai brividi, ad un pianto di gioia interno, quando il canto di Anna leva dolci melodie dal colore primaverile, sorretta da un modico e aggraziato corredo strumentale: un’armonica spruzzata come

rugiada, posata sulle piante verdi al sorgere dell’alba, due colpi di violoncello asciutti ma (stra)saturi di anima gentil.

Romanticismo o eversione?

Corposità o essenzialità?

Rigore compositivo o getto estemporaneo?

Tutto e il contrario di tutto, la stoffa dei nostri non si lascerà mai imprigionare dentro schemi di rigida catalogazione critica: dalle pendici innevate di malinconia in Hej hipp, alle altalenanti climatiche‘romantico-dodecafoniche’ di Läkarekonsten; dagli squarci nella profonda oscurità nordica di Aller e re, alla filastrocca onirica di Ack högaste himmel.

Come poco tempo fa, restiamo attoniti dinanzi l’eleganza di casa Amirani e senza nessuna esagerazione affermiamo il buon fiuto di questa giovane realtà nell’individuare e supportare forme artistiche che scindono dal contesto meramente musicale. La musica come il viaggio, le note come un senso-sapore di scoperta, il passato remoto come spinta propulsiva all’innovazione espressiva.

All About Jazz
Neri Pollastri

Quarta uscita dell’indipendente Amirani Records, questo CD è tanto affascinante, quanto curioso: si tratta infatti di una rilettura di un repertorio di canti popolari svedesi, interpretati alla voce da Anna-Kajsa Holmberg, accompagnata

però da un trio atipico, includente Nicola Guazzaloca al vibrafono, fisarmonica e percussioni, Andrea Serrapiglio al

violoncello e Luca Serrapiglio al clarone.Le atmosfere rarefatte delle canzoni tradizionali, composte di note lunghe e canti sospesi, si sposano così alle linee

melodiche disegnate dalla fisarmonica e si giovano del contrastante impasto dei suoni scuri di clarinetto basso e

violoncello e dei tocchi chiari del vibrafono. Ma che qua e là trasfigura la tradizione in momenti di piena avanguardia (si ascolti ad esempio “Läkarekosten”).Ne esce un lavoro affascinante, nel quale alla bella voce della cantante svedese si affiancano i suoni purissimi degli

strumenti, esaltando la suggestione delle composizioni e creando splendidi scenari sonori.Curiosa la conclusione, un remissaggio ad opera di Lorenzo Dal Ri (già compagno di avventura di Gianni Mimmo nel

precedente Bespoken), nel quale il lavoro del gruppo viene, una volta di più e in un ancor diverso scenario, riletto e trasfigurato.

Sand Zine
Etero Genio

Che alla Amirani Records non intendano chiudersi all’interno di steccati troppo (de)limitati appare ben chiaro dall’intervista a Gianni Mimmo, pubblicata su sands-zine appena qualche lustro fa, e puntuale conferma ci

giunge con questo “Samsingen”, un disco sospeso fra musica popolare, jazz e classica contemporanea, e spinto

addirittura verso un’estetica ‘protooglitch’ nel remix finale di Lorenzo Dal Ri. “Samsingen” si basa sulla rilettura di alcune canzoni appartenenti alla tradizione svedese da parte di un ensemble che contrappone la voce cristallina, e affascinante, di Anna-Kajsa Holmberg ai pertinenti, e misurati, interventi strumentali di Nicola Guazzaloca (vibrafono, percussioni e fisarmonica) e dei due Air Chamber 3 Andrea (violoncello) e Luca Serrapiglio (clarone). Semplificando, ché in realtà l’idea di contaminazione rende tutti i titoli poco classificabili, si può (de)scrivere di un’iniziale Hej hipp dalla gustosa fragranza popolare(sca), causa anche la fisarmonica in bella evidenza, mentre Aller e re e Kväller är i Tuna emanano la sensazione della filastrocca, la seconda in particolare, con ludiche reminiscenze ‘infantili’; altrove Ack Högaste Himmel e Väntat haver Jag sono come avviluppate in volute di romanticheria-dark, Läkarekonsten è pizzicata dal verbo della sperimentazione contemporanea e Samsingen, con predominanza di parti recitate, è in aria di free strutturato. Non so quali sono stati gli stimoli e le idee che hanno mosso i passi dei quattro autori, ma il risultato è un modo diverso di dire folk, ben lontano (fortunatamente) sia dalle modine lisergiche del momento sia

da una riproposizione acritica e archeologico-museale.

L’unica nota che, per il momento, non ho digerito è lo stacco troppo netto fra i primi sette titoli ed il remix finale di Lorenzo Dal Ri, che sembra cadere come manna dal cielo: personalmente lo avrei inserito come pista nascosta

e, magari, dopo qualche minuto di silenzio. Lo so che si tratta solo di apparenza e non di sostanza, ma l’apparenza

spesso inganna quel tanto da fare la differenza… eccome. Ancor più coraggiosa sarebbe stata la scelta, ontaminando ulteriormente la materia prima, di infettare con il virus digitale le interiora di ogni singolo brano: sarebbe stato il colpo del knock-out. Comunque, seppure ai punti, la vittoria è ampia, incontestabile e meritata.

Altremusiche
Michele Coralli

Tra l'Antico e il Moderno si situano gli estremi di due mondi separati, spesso antagonisti. Il Vecchio e il Nuovo sono il perenne conflitto nella vita come nell'arte. Chi trova una sintesi felice da che parte si colloca?

Personalmente si crede che chi trova una sintesi tra avanguardia e tradizione debba stare nel Nuovo, in quanto inedito il percorso prescelto con buona pace di chi vuole stare dalla parte delle tradizioni immutabili.

Questo discorso, preso un po' alla larga, introduce un progetto che cerca di quadrare il cerchio della tradizione (il folklore svedese) entro un'attitudine contemporanea che guarda a soundscape e improvvisazione: qualcosa di già

sentito in Lena Willemark, che già aveva ripreso il medesimo repertorio tradizionale, e, per certi versi, anche in Robin Williamson nei suoi excursus poetici. Lo presentano un quartetto acustico formato dalla cantante Anna-Kajsa Holmberg, attorno cui si stringono il vibrafonista/fisarmonicista Nicola Guazzaloca, il violoncellista Andrea Serrapiglio e il clarinettista basso Luca Serrapiglio (a cui si aggiunge il sound treatment di Lorenzo Dal Ri in un breve remix). Nella sua semplicità "Samsingen" coglie nella sonorità della lingua svedese, nelle asprezze degli arrangiamenti timbrici e nella cantabilità dei canti lirici di tradizione orale il senso di una musica rivitalizzata non da una scontata operazione revival, ma da una stimolante esperienza di mimesi culturale: quella che veicola il Moderno nell'Antico, o viceversa.

Credits: 

Anna-Kajsa Holmberg _ voice
Nicola Guazzaloca _vibraphone, percussions, accordeon
Andrea Serrapiglio _ cello
Luca Serrapiglio _ bass clarinet
Lorenzo Dal Ri _ sound treatment on Hej hipp rmx
music _ Samsingen on traditional Swedish songs
choir on “Aller e re” and lo-fi electronics _ Samsingen
recording _ Casa del Nocino, Valmadonna, Alessandria, Italy, summer & winter 2005
sound engineer _ Andrea Serrapiglio 
accurate mixing _ Lorenzo Dal Ri
photos _ Elda Papa
concept _ Gianni Mimmo
graphics _ Mirko Spino
production _ Gianni Mimmo for Amirani records