Nella sua inesausta ricerca di nuovi modi di sviluppare la musica improvvisata, ricerca che passa inevitabilmente anche dalla collaborazione con nuovi partner, il chitarrista triestino Andrea Massaria incontra qui due situazioni piuttosto diverse l'una dall'altra, entrambe tuttavia assai inusuali per progettualità e costruzione della musica.
Nel primo caso siamo di fronte a un lavoro in duo con la violoncellista svizzera Clementine Gasser, assieme alla quale Massaria realizza un lavoro costruito attorno a una serie di Haiku di Kobayashi Issa (1763-1828), musicandoli attraverso l'uso di partiture grafiche e istruzioni esecutive. Le composizioni originali, sei a testa, sono alternate da cinque improvvisazioni—le "Fantasie"—due delle quali introducono e concludono il lavoro.
Quel che certo la musica assorbe dalle poesie giapponesi è l'essenzialità e il carattere intimistico: pur nella varietà di stilemi e forme espressive, l'intreccio tra le sonorità acustiche del violoncello e quelle elettriche della chitarra e dei pedali vive di dettagli e di pause, senza troppi artifici e riducendo al minimo anche ogni prolissità nel discorso individuale.
In questa coerenza stilistica di fondo, la imprevedibilità della costruzione apre scenari di volta in volta diversi, che variano da passaggi non privi di dinamica narratività ("In My New Clothes") ad altri di intensa ecocatività ("The Distant Mountain") fino a momenti notturni e sospesi ("Flowers in the Evening"). Non mancano—a cominciare dall'introduttiva "Fantasia I"—accenni alla musica orientale. Lavoro complessivamente interessante per ispirazione ed esiti musicali.