Kursk _ Truth In The End

June, 2007
AMRN005
DVD
Price: 
12.50
Various Artist

Starting from an extremely accurate recording of a performance by Gianni Mimmo, Angelo Contini and Xabier Iriondo in an italian ancient church and then working on the music as on a real storyboard, here is a thrilling, touching, exciting DVD about the tragically epic adventure of the Russian nuclear submarine, realized in an intense relationship between music and images.

Drama is explored in an imaginative creative way.
From launch to point of no return, Elda Papa’s photos and Agua Mimmo’s movie along with Xabier Iriondo’s sound treatments keep each tragedy step in its epic-metaphorical aspect.

Don’t miss this great work!

Reviews

Jazznet Denmark
Henrik Kaldahl

This DVD, with a total duration of about 24 minutes, is an emotional assault on your senses. The story of the Russian nuclear submarine which sank in August 2000 with 118 sailors aboard, and about how they cold and cynical were left on the bottom of the sea, only with the sad prospect of certain death, most people can probably remember it from the medias. Here are the story retold with gloomy and dark images, and a perfect accompanying audio track created by Gianni Mimmo on soprano saxophone, voice and Zenith L600 short wave radio, Angelo Contini on trombone and last but not least, Xabier Iriondo on live electronics recorded with particularity accuracy, alive in an old Italian church. The music ranges from abstract to classical melodies and sad moments in which the music has its own independent lives. The film consists of images of Elda Papa and various video clips of different backgrounds - all put together and edited by Agua Mimmo. From the beginning it is clear to the viewer that the link between picture and sound, is paramount and very intense. Here is a very well-considered project, largely set up in its completed ways and the result is nothing less than compelling. Can only be recommend. 

Quaderni di altri tempi
Erika Dagnino

Il racconto che fa Ismaele è atto di testimoniare; è Ismaele colui che racconta e, vedendolo nel suo aspetto più formale, non si può non comprendere che è lui il destinato a sopravvivere: il lettore assume il ruolo di relatore e perfino di mittente della narrazione.

La tragedia nel mare, il sopravvissuto; la narrazione, la pagina letteraria, come sorta di manoscritto in bottiglia. Anche nella realtà della tragedia – ritrasmessa creativamente attraverso il dvd ideato da Gianni Mimmo dal titolo Truth In The End – del sottomarino nucleare russo chiamato Kursk appartenente alla Flotta del Nord, accaduta nelle cupe profondità del mare di Barents, la testimonianza, l’oggetto vero e proprio che si fa attestato non mendace della verità è la parola scritta, con la sua natura verbale extraorale per necessità. 

In questo caso a sopravvivere è la comunicazione; nonostante la totalità del soffocamento, della dimensione satura e claustrofobica, proprio essa, attraverso la permanenza dei suoi contenuti, sembra riuscire a sopravvivere anche nelle condizioni più estreme. E se qui, diversamente dal caso di Moby Dick, non sopravvive il messaggero della tragedia, nella persona del tenente Dimitri Kolesnikov, si verifica in compenso l’estrema sopravvivenza del messaggio, e con esso dell’elemento umano nonostante il conflitto e l’opposizione con la materia inanimata e la fisicità dell’acqua.

È il 12 agosto dell’anno 2000. Alle ore 07.28.27 una misteriosa esplosione danneggia gravemente il sottomarino. Alle 07.30.42 una nuova forte esplosione. Il sottomarino, con a bordo (ufficialmente) 118 uomini, sprofonda in circa 25 secondi sul fondo, a -108 metri, inclinandosi di circa 60° sul lato sinistro ed insabbiandosi sempre più in breve tempo. Squarciati ed allagati almeno 4 compartimenti di prua, con il portellone per l'uscita di emergenza danneggiato: i recuperi risultano praticamente impossibili.

Questi i fatti di cronaca e, come riferito anche nel capitolo dedicato alla presentazione dell’opera dove lo stesso Mimmo rievoca il fatto storico, ‘dopo l’esplosione la grandissima parte dell’equipaggio morì spazzata via dal fuoco, cedimento strutturale, acqua dentro.

Tutti tranne 23 persone. Che si rifugiarono in un compartimento ancora sicuro e rimasero laggiù in attesa di un soccorso che non giunse mai.

Aspettarono la morte nell’oscurità e nell’angoscia per un tempo tremendamente troppo lungo.

Il più alto di grado, il tenente di vascello Dimitri Kolesnikov, prese il comando di quei sopravvissuti.

Aveva 27 anni. Scrisse una nota tecnica e una privata su un pezzo di carta e lo chiuse nella tasca della propria camicia.’

Il contenuto del biglietto, recuperato il 25 ottobre, consiste dunque in informazioni puramente tecniche e in brevi parole d’addio ai propri cari “Sono le 13 e 15 tutto l’equipaggio del sesto, settimo e ottavo compartimento si riuniscono al nono. Ci sono 23 membri qui. Abbiamo preso questa decisione in seguito all’incidente. Nessuno di noi può raggiungere la superficie. Sto scrivendo al buio. Sembra non ci siano speranze, forse il 10-20 per cento. Speriamo che almeno qualcuno legga. Qui sono gli elenchi dei membri dell'equipaggio dei vari compartimenti che si trovano adesso nel nono e che cercheranno di uscire. Ciao a tutti, non è necessario disperarsi.”

Ed ecco che l’elemento assertivo del testo scritto comprende una duplice veridicità: vero in quanto oggetto, vero in quanto asserzione. Testimonianza e comunicazione, testimonianza e trasmissione, sono processi che si sviluppano nella loro storicità e oggettiva esistenza, ma anche e soprattutto nel tessuto e nella materia stessa dell’opera artistica – visivo-sonora – nel suo farsi, e sembrano superare la barriera di quell’ elemento materico concentrico, entro una sorta di metaforico conflitto in cui l’umano si estingue, suo malgrado, a favore della prevalenza della materia non umana: l’elemento acqueo inquietante e inquieto, che circoscrive la materia-sottomarino, a sua volta contenitore – soffocante – della materia umana. Il mare si sente incombere anche nelle immagini che focalizzano l’interno, fino ai particolari della strumentazione delle macchine, in una continua dialettica tra materia animata e materia inanimata, dove all’espansione della materia corrisponde una sua contemporanea sottrazione. E se lo spazio sottomarino è già una sorta di parzialità vitale, il rapporto con la materia esterna, il suo incombere, a tratti invisibile ma esistente, sebbene non ravvisabile come una sorta di onda tsunami, potrebbe alludere metaforicamente all’incombere della morte. Esistente ma apparentemente invisibile, nel suo appartenere a un dominio altro. Morte che ha come canale il tempo stesso della materia.

Testimonianza, narrazione, trasmissione, sono quindi i processi che si sviluppano nella loro storicità e oggettiva esistenza, ma soprattutto nel tessuto e nella materia stessa dell’opera visiva sonora, di cui l’asse portante è la musica. Nell’opera dedicata al Kursk, che è anche un’opera corale chiamando in causa l’immaginazione degli altri artisti coinvolti nel progetto, dalle immagini della fotografa Elda Papa, alle parti filmate di Agua Mimmo, alla musica diAngelo Contini e Xabier Iriondo, l’evento storico rientra infatti nell’ambito dell’immaginazione artistica in una sorta di ibrido processo creativo a ritroso. 

Come ulteriormente precisato nella presentazione dell’opera ‘le televisioni, la stampa, la rete hanno dato un esaustivo rapporto su quanto fu supposto essere accaduto giù nel mare di Barents. In particolare Cnn e BBC hanno svolto un lavoro di incredibile precisione esplorando le contraddizioni politiche e le dichiarazioni ufficiali che le autorità rilasciarono in quei giorni. Si può facilmente rintracciare ogni tipo di informazione sul web.’ Ma con l’opera Truth in the End ‘l’intenzione non era di fornire un ulteriore rapporto storico.’

È questo il caso in cui lo sguardo si sofferma sull’elemento estetico dell’episodio storico: occhio poetico che osserva la storia come scena. Evento reale all’interno dell’immaginazione. Nel caso specifico il processo interno alla genesi avviene a ritroso, inverso è il rapporto tra fatto e creatività. È infatti quest’ultima che, pur entrando in relazione con il primo, si relaziona nella misura in cui esso le fa da sponda: non ispirazione, ma sottolineatura: una sorta di estrinsecazione ‘artificiale’, non naturale ma artistica, come se i rispettivi ruoli fossero invertiti. La storia contiene e offre il dato di interesse come occasione per un fatto artistico preesistente. Si instaura una sorta di artisticizzazione della cronaca e della storia, nella loro funzione non di ispirazione, ma di supporto. Sottolineando i confini dell’evento, nella vita si apre un ritaglio che funge quasi da prolungamento fisico del sottomarino, una sorta di frammento, che prevede e contiene in sé il montaggio dei suoi segmenti inseriti nello spazio, dall’inizio al suo termine, una sorta di vita filmica. L’episodio reale si denaturalizza, senza snaturarsi, a servizio dell’arte; la vecchia poetica naturalistica si capovolge, non è l’arte che rappresenta la vita, ma la vita che fa da supporto all’arte: connubio natural-artificiale, dove l’arte sussiste e preesiste. Siamo di fronte a una specie di iperrealismo alla rovescia: il dettaglio minimo della realtà non viene tradotto in fatto artistico, ma, anzi, posto a supporto dell’opera, mentre i fatti vengono affiancati da un elemento musicale cronologicamente preesistente. La vita che diventa arte nel suo aspetto formale più che nel suo contenuto. Assistiamo quindi a un fenomeno di capovolgimento, con la manifestazione di una concezione del montaggio, del ritaglio, che sfocia in un taglia/incolla di vita e arte, una ricomposizione dove il dato reale viene integrato e montato in simbiosi con la musica che è lo storyboard di tutta l’opera: ‘Così ogni cosa in questo lavoro viene dalla musica. Ogni immagine era già là, il film era là, il dramma e la trama erano nella musica stessa.’

Il prodotto finale è e rimane comunque un ibrido di elementi reali e non reali: l’opera diventa ontologicamente anfibia come è anfibia la sua genesi. 

Dalla musica al fatto, dal fatto al video come sintesi. L’opera complessiva conferma, e, dialetticamente, allontanamento dall’episodio storico. Ma la preesistenza della musica non esaurisce il rapporto artisticità/vita: l’operazione artistica in relazione all’ispirazione del fatto è avvenuta successivamente, in corso d’opera. Il precedere, ‘a-parte’ musicale, assunta a sé la parte reale, implica un successivo, spurio ritorno alla mescolanza, con il recupero di realtà, non realtà, immaginazione. Nell’inversione del rapporto avvenimento storico-musica, per affrontare, inventare e concatenare le immagini si verifica un ulteriore passaggio artistico: inversione + ritorno, quindi, fino alla sintesi comprendente entrambe le cose e i passaggi, sotto il segno della bidirezionalità: la partenza è a ritroso, la realtà storica ritorna come ispiratrice dell’immaginazione filmica.

Il leitmotiv strutturale dell’opera in quanto tale si specchia in quello semiologico: il segno della realtà e il segno dell’ispirazione estetica.

Kathodik
Sergio Eletto

«Alle ore 07.28.27 del 12 Agosto 2000, una misteriosa esplosione danneggia gravemente il sottomarino nucleare sovietico Kursk, appartenente alla Flotta del Nord. Le apparecchiature sismografiche norvegesi registrano la scossa, equivalente al potenziale di 100 kg di TNT. Alle 07.30.42 una nuova forte esplosione, stavolta equivalente a circa 1.500 kg di TNT. Il sottomarino, con a bordo (ufficialmente) 118 uomini, sprofonda in circa 25 secondi sul fondo, a -108 metri nel mare di Barents, inclinandosi di circa 60° sul lato sinistro ed insabbiandosi sempre più in breve tempo. Squarciati ed allagati almeno 4 compartimenti di prua, con il portellone per l'uscita di emergenza danneggiato: recuperi praticamente impossibili.»

Questa è la storia, nuda e cruda.

Il fotogramma realistico di un evento, senza filtri; la storia misteriosa di una tragedia, tristemente nota, che scaraventò in tutti i sensi il sottomarino russo K-141 nelle profondità del mare di Barents. 

Una discesa in picchiata, senza nessuna speranza di rivedere la luce, che si legge anche come declino profondo nelle cabine di monitoraggio del potere plutocratico. Il potere, il cosiddetto Big Brother, l’istituzione suprema che, come spesso la storia ci insegna, non sempre trasmette all’esterno i fatti con nitida chiarezza. 

Il Kursk rimane, e forse rimarrà sempre, un enigma. Non si saprà mai l’esatto modus operandi che diresse all’esplosione, come non si comprenderanno mai realmente i motivi per cui le stanze del potere rifiutarono a priori qualsiasi forma di aiuto che fosse esterna alla propria marina. Sorvolate precisazioni e dovute esequie nei confronti delle vittime, passiamo ad esaminare ora come in diverse occasioni, tragedie, catastrofi, ignoti misteri siano stati fonte d’ispirazione artistica in senso alato; in dei casi, predisposti a divenire veri e propri atti di denuncia, in altri contesti, slanci iniziali da cui trarre in seguito un esame più globale e generico dei cosiddetti ‘mali-sconosciuti’. 

Ci si ricordi, ad esempio, di misfatti nazionali come il DC-9, o la diga del Vajont che sono state rivissute nel tempo mediante pellicole e spettacoli teatrali d’autore, come quelli del celebre Marco Paolini.

Il dvd al vaglio, che vede scendere in campo l’Amirani, è nato e proseguito in più distinte riprese. In principio c’è un concerto; una performance realizzata nel 2005 dentro una chiesa di Piacenza, dove materie sonore moderne scolpite da Gianni Mimmo (sax soprano, voce, zenith L600 shortwave radio) Angelo Contini (trombone) e Xabier Iriondo (live electronics, processing, accurate mixing, additional sounds) mutano forma, divenendo successivamente ‘storyboard’ e spunto finale alla più compatta realizzazione di un massiccio lungometraggio. 

La sciagura del Kursk è ripercorsa e riproposta da un manipolo di temerari artisti che la immergono, sotto la generale maestria di un fare epico, dentro recondite voragini costituite da suoni e visioni di raffinata estetica contemporanea. 

La parte visiva è affidata parallelamente alla fotografia di Elda Papa e alla regia di Agua Mimmo, responsabile contemporaneamente di filming, editing, visual ensemble e authoring; oltre a Mimmo, si percepisce durante la visione anche una flebile quanto raccolta voce narrante in madre-lingua che porta a Davide Baldi.

Se il percorso su cui si direziona il film è costantemente sorretto da un mixage piuttosto spedito di immagini&video, trattati secondo tecniche artistico-manipolatorie molteplici (tendenti comunque tutte a ritrovarsi dentro un mood oscuro, appunto, da scenario marino), la cronologia degli eventi, nello sciorinare dei vari capitoli, è piuttosto lineare nel narrare i fatti con chiarezza e precisione. La colonna sonora, anch’essa, riceve notevoli cambi di tensione, con relativo aumento del nervosismo mediante ‘fastidiosi’ inserimenti dell’elettronica, che alla fine, formano una scultura di suono omogenea, insieme a sax e trombone.

Magnifico… straziante… vero… l’apice esplosivo raggiunto al calare dell’opera è un momento di rara bellezza, in cui l’idea della sofferenza, del rimanere intrappolati e inghiottiti dalle profondità del mare, è trasmesso con un tale senso di angoscia che invade dapprima tutto il corpo, finendo puntualmente per togliere il respiro.

Fa bene Gianni Mimmo che impiega parecchio del tempo a disposizione negli ultimi mesi, al fine di far conoscere maggiormente su ampio raggio, una produzione (rigorosamente indipendente) come quella di “Kursk”; un mio consiglio, che urlo ai quattro venti, è quello di far circolare una simile operazione anche nelle scuole, affinché ci si abitui sempre più ad affrontare e conoscere gli episodi del nostro tempo tramite ottiche diverse - e innovative - dai consueti clichè didattici, usurati dal tempo, ma ancora puntualmente impartiti.

Sand Zine
Alfredo Rastelli

Ad iniziare, il progetto KURSK, opera audio-video dedicata all’omonimo sottomarino nucleare sovietico, tragicamente affossatosi nelle profondità degli abissi marini, senza possibilità di sopravvivenza per i cento e passa membri dell’equipaggio. Una tragedia che ha ispirato Gianni Mimmo e Angelo Contini, con Xabier Iriondo a processare in diretta i suoni, che hanno offerto una delicata colonna sonora alle immagini di questo dvd ad opera di Elda Papa eAgua Mimmo, la prima alle foto, il secondo al lavoro filmico vero e proprio. 

La vicenda del sottomarino Kursk non è stata una cosa da nulla, tutt’altro, è stata una vicenda che ha che mozzato il fiato e raggiunto toni drammatici. Drammaticità qui esaltata dal sax soprano di Gianni Mimmo e il trombone di Angelo Contini, capaci di innalzare i toni fino a toccare vertici epici, come nella parte iniziale del dvd; l’atmosfera, di pari passo con le scene del film (che si susseguono in un crescendo claustrofobico, tra immagini di repertorio ed altre poco nitide come se si guardasse sott’acqua), si fa più tesa man mano che si intraprende il viaggio negli abissi degli abissi, dove è la musica stessa che, esalato tutto il respiro possibile, (si) toglie il fiato.

 

Live Electronics
Alessandro Cartolari

Il centro del medio metraggio, contenuto in questo DVD dell'Amirani Records, è la triste storia del Kursk: il sottomarino nucleare russo inabissato nell'agosto del 2000 sui fondali del Mare di Barents in seguito a un incidente, che ancora oggi continua a essere avvolto nel mistero. 

Proprio questo mistero e la tragedia epico-romantica dell'equipaggio sono "raccontati" musicalmente dalla collaudata coppia Mimmo e Contini. La loro è una musica che spazia da semplici strutture popular-cameristiche a sfumate improvvisazioni timbriche: acqua e metallo da una parte, soprano e trombone dall'altra il tutto unito dal prezioso lavoro di filtraggio di Iriondo. Il suono del soprano ben si sposa alle liquide immagini; il suo fraseggio convulso sfrutta ottimamente il riverbero d'ambiente. 

Forte è la contrapposizione tra l'ambiente profondo e vigoroso della chiesa, in cui sono state fatte le registrazioni e la claustrofobica rappresentazione visiva di questa storia: tanto che a volte le immagini e il suono viaggiano distanti e autonomi l'uno dall'altro verso la tragica conclusione.

Ad un inizio forse troppo frammentario e lento per l'eccessivo uso delle dissolvenze e dei rallentati, si contrappone un interessante finale dove il suono acustico trova la perfetta antitesi nelle onde radio e nel live-electronics. 

Onde, rumori, soffi, note gravi del trombone e un discreto lavoro sul pitch digitale accompagnano le immagini verso il crescendo finale.

Lavoro coraggioso non senza difetti, in particolare nel montaggio video-musica, questo DVD conferma comunque l'Amirani Records come una lodevole realtà dell'odierno panorama musicale italianano.

All About Jazz
Neri Pollastri

La vicenda del sottomarino russo Kursk, affondato nell’agosto del 2000 con centodiciotto marinai a bordo (ma il numero esatto è tuttora imprecisato) e recuperato (parzialmente) solo nell’ottobre successivo, produsse nell’opinione pubblica mondiale forti emozioni. Se infatti una morte come quella per affondamento in uno scafo che non riesce a riemergere dalle profondità del mare è quanto di più drammaticamente angosciante si possa immaginare, ad essa si aggiungevano, nel caso del Kursk, suggestioni legate alla tipologia di imbarcazione (un sottomarino ad energia nucleare, immagine da un lato della Guerra Fredda e della vecchia potenza della defunta URSS, dall’altro della minaccia mondiale della contaminazione atomica in stile Chernobyl) e, soprattutto, la rivelazione degli eventi avvenuta tra mille reticenze, fino alla conclusiva e postuma scoperta di un biglietto nelle tasche del corpo del tenente capo Dimitri Kolesnikov, recuperato il 25 ottobre, il quale svelava che ventitré dei presenti a bordo non erano morti subito:

Sono le 13 e 15. Tutto il personale delle sezioni sei, sette e otto si è spostato nella sezione nove. Qui ci sono 23 persone. Abbiamo deciso di spostarci perché nessuno può lasciare il sottomarino. E' buio per scrivere, ma cercherò di farlo alla cieca. Sembra non ci siano speranze, forse il 10-20 per cento. Speriamo che almeno qualcuno legga. Qui sono gli elenchi dei membri dell'equipaggio delle varie sezioni che si trovano adesso nella nona e che cercheranno di uscire. Saluti a tutti, non dovete disperarvi.

Proprio dal significato emotivo di quest’ultimo biglietto prende lo spunto Kursk_ truth in the end, un video che potremmo definire “documentario immaginario”, pensato e realizzato dal sassofonista soprano Gianni Mimmo (clicca qui per leggere una sua intervista, nella quale parla anche di Kursk) e pubblicato su DVD dall’etichetta indipendente Amirani Records.

Il video, delle durata di poco meno di venticinque minuti ed accompagnato da una lunga presentazione (in inglese) dello stesso Mimmo, si compone di foto (di Elda Papa), spezzoni di video della più diversa origine, elaborazioni grafiche, ma anche vere e proprie pause espressive, il tutto editato da Agua Mimmo. Alle immagini si accompagna la musica originale, registrata all’interno di una chiesa e firmata da Gianni Mimmo e Angelo Contini, sax soprano e trombone (che ricordiamo assieme nel CD Two’s Days - Tuesdays), ai quali si aggiunge Xabier Iriondo alle elaborazioni elettroniche.

Il risultato è molto lontano dalla narrazione/descrizione degli eventi: suddiviso in dodici “capitoli”, la maggior parte dei quali sono quasi oniriche suggestioni della vita del sottomarino in mare o dei marinai al suo interno (e in questo le sonorità del trombone e i sovracuti del soprano sono ideali per rappresentare gli interni dello scafo metallico o la fredda rumorosità delle profondità marine), il video ri-produce sensazioni, strania lo spettatore prendendolo in mezzo tra musica improvvisata e cangiamenti continui di colori e quadri rappresentativi. Insomma, lo si segue così come si fruisce di un’opera d’arte, anche quando essa rappresenti, astrattamente e a proprio modo, un evento reale del mondo.

Il baricentro del lavoro conduce così, tra impressioni, movimento e flash di memoria, fino agli ultimi due capitoli, “Point of No Return” (nel quale avviene l’incidente) e “Truth in the Hand” (in riferimento alla verità ritrovata nel biglietto), nei quali, dopo l’angoscia fin lì sospesa, va in scena il crescendo drammatico. Splendida la conclusione, sia nelle immagini - in continua variazione e ricche di molteplici suggestioni - che nella musica - con il lancinante suono del soprano sull’oscuro sfondo del trombone e con netto, espressivo taglio finale.
Un gran bel lavoro, coraggioso nella sua originalità e - come sempre i lavori di Mimmo - eccellente nella musica, qui assai adeguatamente usata a commento delle immagini e della vicenda - anche se la relazione potrebbe essere invertita, ed immagini e vicenda pensate come commento alla musica.

Auspicabili, per quanto purtroppo improbabili, occasioni di rappresentazioni pubbliche, che - su grande schermo e nel raccoglimento che può dare l’evento in sala - favorirebbero una ancor più completa fruizione del lavoro.

Rockerilla
Andrea Dani

Kursk_Truth in the End è una delle più profonde riflessioni sonore e visive che ci sia stato dato di conoscere negli ultimi tempi.

L’episodio epico e tragico del sommergibile russo, da cui l’opera trae la sua origine, è stato un evento che ha messo in scacco l’intero sistema dell’informazione nel suo paradigma odierno: tragedia che si consumava, in diretta, con copertura Media mondiale, ma senza la possibilità, per ragioni tecniche (l’insondabiltà del fondale marino) di essere mostrato e ri-mostrato, loopato sui network del mondo, sfuggendo a una infinita e pornografica coazione a ripetere, vero evento mai documentabile (se non a posteriori) e, per ciò stesso, soltanto narrabile, raccontabile.

Un viaggio in bilico sul confine del non documentabile e, come tale, vero punto di partenza del narrabile, inteso come regno del racconto, dell’affabulazione, stimolo di realtà che richiede il completamento di senso a chi vuole raccontarlo ( e l’horror vacui all’odierno operatore di informazione): a questo serve l’arte, se mai deve servire.

Per questo, come lucidamente ammette l’autore, Gianni Mimmo, l’opera non è la cronaca di un fatto, condito con la solita e trasbordante contaminazione tra linguaggi sonori e visivi( letale mix frutto di un’estetica da videoclip con cui siamo pavlovianamente avvezzi a vedere conditi oggi, film, videoclip, anche engagè, anche d’avanguardia…), ma è un viaggio di associazioni, suggestioni, ispirazioni che nascono dal substrato fenomenologico per diventare suono, dinamica ( la vera ossessione di Gianni Mimmo come organizzatore di suoni), attenzione, lieve eco dello spazio fisico del non-racconto( la chiesa di S. Nazzaro), concentrazione e improvvisazione.

Un capolavoro di intensità, rigore, lucidità.

Improjazz
Jean-Michel Van Schouwburg

La fin tragique du sous-marin nucléaire russe Koursk est la trame et le sujet de ce DVD multimédia vraiment remarquable. 

Agua Mimmo a réalisé un excellent audio-visuel en se servant de photos d’archives traitées et de séquences filmées réparties en douze chapitres, le dernier « truth in the end » relatant les derniers instants des membres de l’équipage du Koursk

Les images et les séquences sont soigneusement travaillées, découpées, montées et juxtaposées comme l’aurait fait un vrai compositeur contemporain. Le regard des artistes sur l’histoire du Koursk et la fin tragique de l’équipage  en offre une vision à la fois réaliste et éthérée, que Mimmo qualifie à raison d’épique. 

Visuellement, c’est une réussite incontestable et la musique de Gianni Mimmo, Angelo Contini et Xabier Iriondo y contribue avec beaucoup de pertinence. 

Celle-ci sert de contrepoint aux images comme un véritable commentaire, à la fois sobre, intense et intelligent, et renforce le contenu du film, ses formes visuelles et le sens de l’entreprise. L’enregistrement a lieu dans une église millénaire, SS Marziano & Genesio à Piacenza, transformée en galerie d’art. 

Les micros ont été placés spécifiquement dans l’espace de l’église afin de capter différentes ambiances sonores et les résonances du lieu. Les deux improvisateurs ont pris le parti de jouer des motifs simples mais en utilisant les possibilités acoustiques de l’espace. 

On entend clairement que les sections enregistrées ont été jouées dans des emplacements différents, choisi pour leurs propriétés sonores particulières.  

Xabier Iriondo manipule le son du duo à travers son installation. 

Ils commencent par une manière de fanfare qui salue le sous-marin jaillissant des flots et la parade des officiers. 

La musique a des couleurs très particulières dues à la prise de son et la réverbération du lieu.  Fantomatique et nuageuse, un peu trouble, la bande son se marie parfaitement avec les images. 

On entend aussi des phrases en russe. 

Bien qu’il s’agisse d’un projet remarquablement bien pensé jusque dans les moindres détails, rien n’enlève la spontanéité de la musique. 

Elle vivifie les images. Un bien beau DVD!

Music Boom
Cosimo Parisi

La verità sulla fine del sottomergibile russo è di quelle che proprio colpiscono l´immaginario degli spettatori televisivi, una storia che ha dell´increbile, nell´era in cui la tecnologia pretende per sè un credo assoluto. 

La storia viene ripresa in questo DVD attraverso le immagini di Agua Mimmo, le foto di Elda Papa e la musica di Gianni Mimmo al sax soprano, Angelo Contini al trombone e Xabier Irondo ai live electronics.

È una combinazione di suono ed immagini semplicemente affascinante, che riesce ad inchiodare l´ascoltatore/spettatore più disattento, sicuramente più di qualunque film con trama ed attori regolari. 

La musica è cupa, dominata dalle elettroniche del mago Xabier Iriondo, insieme a due anime acustiche, rappresentate dal sax soprano e dal trombone. 

E cupe sono le immagini, una combinazione che trattiene alla gola, mentre il dramma procede inesorabile verso la triste fine.

Si tratta di un lavoro riuscito, fatto con pochi mezzi e tuttavia ben congegnato grazie ad un sapiente montaggio ed una musica che trasmette un forte senso di disagio, lasciando da parte tutte le freddezze che di solito escono dalle scatole elettroniche. 

Il dialogo è serrato e gli strumenti acustici lottano coraggiosi per restare a galla nella bolgia di suoni. 

Le foto e le sequenze in sottofondo sottolineano lo scolgimento sonoro, fondendosi perfettamente in un tutt´uno di forte coerenza, che quasi evoca sensazioni di claustrofobia.

Altremusiche
Michele Coralli

Ciò che è successo al sottomarino russo Kursk attiene più alla storia della guerra fredda che alle cronache delle tragedie del mare. Come per il DC-9 I-TIGI dell'Itavia la verità non emergerà mai, sebbene le ricostruzioni plausibili ci spingano a considerare semplicemente come il Potere, per reggersi, sia sempre pronto a sacrificare vite umane, anche quelle che appartengono a quel consesso chiamato Nazione che ne legittima il ruolo di comando.

Il lavoro che Gianni Mimmo e compagni hanno fatto attorno alla tragedia del sommergibile nucleare non è certamente quello del film di denuncia, bensì quello di una lettura estetica di quanto successo, in altre parole di una visione epica o, come meglio dice lo stesso Mimmo, dell'appropriazione di una prospettiva "catartica", poiché è innegabile che i grandi drammi hanno su tutti noi un enorme potere di fascinazione. E l'uso estetizzante fatto anche dai grandi mass media dell'attentato alle Twin Towers è lì a dimostrarlo, così come quanto è stato detto a riguardo da Karlheinz Stockhausen (e mal interpretato da tutti).

Ciononostante ci sono voluti 3 anni di messa a punto per produrre questo cortometraggio di 24 minuti. Da una parte sono state utilizzate immagini di repertorio e spezzoni "disturbati" di film sul tema sottomarino, oltre che confezionata qualche presa originale come i dettagli della lamiera che subisce l'infiltrazione dell'acqua o le mani che cercano uno spiraglio di luce attraverso una piccolissima grata. Editing e montaggio di Agua Mimmo hanno reso poi questo zibaldone di immagini un flusso coerente e donato al complesso dell'opera un taglio registico vero e proprio. Dall'altra parte la musica, che è servita anche da story board, è stata costruita attorno a una trama sviluppata per quadri: la varo, il viaggio, la vita a bordo, le comunicazioni, il punto di non-ritorno e l'epilogo. In particolare il sax soprano di Gianni Mimmo (accanto alla radio a onde corte Zenith L600) e il trombone di Angelo Contini hanno fornito la totalità timbrica attraverso cui vengono sviluppata la colonna sonora rielaborata in tempo reale dall'elettronica di Xabier Iriondo: una musica puntillistica a forte vocazione improvvisativa. Ma ci sono anche pagine scritte con raffinatezza allusiva, come nel trionfale incipit Launching che non dissimula l'orizzonte di un grande compositore di musica incidentale come Dmitrij Šostakovic. Una musica quindi che nei suoi silenzi, i suoi riverberi e i suoi rumori sinistri si sposa perfettamente con il mondo scuro e terribile degli abissi post-sovietici.

E poi c'è lui, il sottomarino, un mostro muto che vive in mari freddi, disabitati e inospitali. Si muove nell'ombra come un gigantesco leviatano ed è messo in movimento da 118 persone che costituiscono il suo organismo interno. Una volta che muore questo, anche un mostro così imponente e apparentemente indistruttibile si avvia alla sua fine.

"Tutto l'equipaggio delle sezioni sei, sette e otto si è spostato nella sezione nove. Ci sono 23 persone qui. Abbiamo preso questa decisione come conseguenza del disastro. Nessuno di noi può tornare in superficie."

Tenente Dimitri Kolesnikov

Chain DLK
Andrea Ferraris

Wow, I think I deserve some respect here since before writing the final review of this dvd I've been watching it at least three or four times which in my book means I've given it lot's off attention!.

The fact is the work and the concept behind it is to say it all: majestic, I dunno if you remember the whole tragedy of the russian sailors left choking in the dept of the sea but I've seen a couple of documentaries on it and I remember quite well the whole disaster. 

The other reason why it took me so much to digest the dvd is that not only the project is ambitious, but the final result is equally complex, infact the dvd featues some extras where Mimmo explanes how they’ve approached this work. 

To prevent you from thinking this’ gonna bore you to death, I’ve to say according to my personal taste that's one of the most interesting releases on Amirani.

While most of the original sources for the visual part are well assembled I'm not completely convinced about all the effects used in the process of elaboration of the images, but that doesn't mean it won’t leave you dry. Though the primary “voices” involved in the realization of this soundtrack are soprano sax and trombone, the electronic insertions are really well calibrated and help dying neutrally every act of what sometimes has the feature of a theatrical play (a drama indeed). 

There’s something beautifully old fashioned in the music played for the score and surprise, surprise: differently from what one may expect it’s not sad or dark, but that’s also what I find it’s really personal of this work. 

With the exception of the electronic parts of the record, which usually are non intrusive and discrete, our “horn” duo ranges from abstract melodies to barely classical movements eluding the jazz background of Contini and Mimmo. 

Funny cause what initially could be a dangerous choice reveals to be the most unconventional decision and at the end of the dvd I’ve happened to think that they’ve given much more power to the images and to the story plot. 

The music has its autonomous life even when separated by its soundtrack essence and that’s good, by the way the majority of the “movements” are subsequential thus it’s quite different from those soundtrack where you have a recurring theme or songs that can be isolated from the whole musical context.

Good work and above all music wise an enchanting release.

Credits: 

gianni mimmo _ soprano sax, voice, zenith L600 shortwave radio
angelo contini _ trombone
xabier iriondo _ live electronics
elda papa _ photos 
agua mimmo _ filming, editing, visual ensemble, authoring

music _ gianni mimmo angelo contini
processing, accurate mixing, additional sounds _ xabier iriondo 
russian voice _ davide baldi
recording _ january 2005 “spazio rosso tiziano”/church of s.nazzaro-s. genesio, 
piacenza, italy, by courtesy of mr. maurizio sesenna
sound engineers _ xabier iriondo & lorenzo dal ri
mastering _ march 2007 maurizio giannotti, bips studio, milano, italy
graphics _ mirko spino
production _ gianni mimmo for amirani records