Amphidromic Cotidal

September, 2012
AMRN033
CD Digipack
Price: 
12.50
Tidal

Be sure to find here a cutting edge recording! Marvellous sound textures, perfectly balanced moods and violent delights.
Surprising, one-of-a-kind wind quartet featuring sizziling musicians taken here in an excellent album.
A Tidal music where elements dance in a fluid structure starting from solid centers and radiating to live nerve endings.

From the liners:

(…)Repeated cycles of ebb and flood, current changes, rise and fall, directions, speed, level increasing, dramatic depths and wave patterns can be observed along the coastlines of this music too, that proceeds through shared textures and simultaneous peripheral fires, still densities, path diversions and converging edges. 
But those nodes, those amphidromes, those dense silences with all those sounds moving around and expanding to increase their presence and to come back re-generated, mixed up with rip current sediments…
Well, that’ s “Tidal”. (…)

Reviews

Dave Wayne

This album fooled me, and I am not afraid to admit it. A subset of the EA Orchestra, whose recent recording (Likiedos, Amirani Records, 2011) focused on the compositional aspects of avant-garde large ensemble music, A Windy Season is a wind quartet that—at first blush-seems to traverse similar terrain on Tidal. A quick perusal of the liner notes made me blush: the music onTidal is completely improvised. Or, more precisely, A Windy Season refers to their creations as "instant compositions." And perhaps that's the more fitting term, because this music got me thinking about the related processes involved in composition and improvisation. As improvisational music continues to move beyond the boundaries of jazz, rock, or ethnic music, how is it going to change? When one considers the music of A Windy Season, some very interesting questions arise. The interplay throughout this album is detailed and precise. There's thematic material, or at least extended passages that sound like melodies and themes. These often frame solos or group improvisations in much the same way that the composed material on Likiedos did. There are definite jazz elements here, but the music, taken as a whole, isn't necessarily free-jazz-as-we-know-it. When the quartet moves from one motif to another, or decides to end a piece altogether, the transition arrives seamlessly and definitively. But it's all made up on the spot. 

The overall feel of the music varies quite a bit. One constant, however, is the reverberant room sound, which becomes a bit of a "fifth player" on several tunes. Members of the quartet move around in the space while playing, thus adding an extra dimension to the overall sound. Soprano saxophonist Gianni Mimmo introduces "Ebb and Flow" with a convoluted, screwball melodic figure that trumpeter Mirio Cosottini - Tonino Miano picks up immediately. They run with it for a bit over the plodding contrabassoon before dropping the tempo to match the bass line as Angelo Contini's spooky muted trombone slowly, and quite literally, moves to the foreground. The long unisons in "Line and Its Fragility" are dry and seemingly close-miked, but these give way to the warmer, richer long tones that begin "Humpback Song." One of the album's more abstract and clearly improvisational pieces, "Rogue Wave," rides in on Contini's buzzing didjeridoo and Alessio Pisani (bassoon)'s malevolent contrabassoon, as soprano saxophone and trumpet skirl and wheel overhead. Mimmo, one of Europe's finest soprano saxophonists, drives the action on "Bay Lyric" as the other horns call-and-respond in various highly coordinated ways before they settle into a sort of chorale behind the soloist. The centerpiece of Tidal is the sprawling 18-plus minute-long "Westerlies Tale." Trombonist Contini dominates the first third of the piece, and the quartet gets into some fascinating textural explorations using various sorts of drones and long tones. These are interspersed with unaccompanied solos by each member, and a number of interesting thematic-sounding passages. Other highlights include the ghostly, incantatory "Amplitude and Cycle Time," and "Amphidromic" which is held together by Pisani's funky, braying bassoon lines. 

It's tough to compare A Windy Season to any other group in a jazz context. The closest comparisons may well come from outside of the jazz realm. Groups such as Belgium'sArt Zoyd have similar drummer-less (and at times, bass-less) instrumentation and, like A Windy Season, mix non-jazz improvisation and composition in different ways. But, overall, A Windy Season is a really unique group whose experimentation has yielded a sort of improvisational chamber-jazz that doesn't come off like a dry academic exercise. The music onTidal is an exploration of sound and interpersonal relationships that is warm, human, and at times quite visceral.

 

Track Listing: Amplitude and Cycle Time; Ebb and Flow; Line and its Fragility; Humpback Song; Amphidromic; Tidal; Rogue Wave; Bay Lyric; Westerlies Tale.

Personnel: Angelo Contini: trombone, didjeridoo, thunder drum, jew’s harp, sea- shell; Mirio Cosottini: trumpet, flugelhorn; Gianni Mimmo: soprano sax; Alessio Pisani: bassoon, contra-bassoon.

Rockerilla
Massimo Marchini

Anfidromici sono i punti di apparente calma nei moti delle maree, punti di intersezione delle correnti cotidali, nei quali i complessi giochi di forze che sottintendono ai movimenti marini si compensano elidendosi. Questo nuovo lavoro del quartetto capitanato dal sassofonista Gianni Mimmo porta un senso di umida notte; la materia plastica sonora si cristallizza come rugiada in nove composizioni come cristalli frattali dalle infinite sfumature di suono.

Portatore malato delle suggestioni delle infinite componenti che coesistono nel profumo della notte giovane, sussurrandoci all’orecchio il verbo del nuovo, come nella straordinaria “Line and its fragility”, Alessio Pisani tende il suono del suo fagotto e controfagotto come pigmento olioso mentre Angelo Contini permette al suo trombone o alle conchiglie di raccontare storie sottomarine. Raccolti in liturgiche processioni su continuum lanciati ora dal sax soprano di Gianni ora dalla tromba-lampara di Mirio Cosottini: musica senza confini, senza possibili etichette, lontana anni luce da ogni forma irritante di jazzetto italiota, la musica del quartetto vibra di energia vitale, palpita emozione allo stato puro anche nei tanti momenti meditativi e introspettivi che caratterizzano l’album.

Ancora una volta la coraggiosa etichetta Amirani apre una speranza attorno alla quale si raccoglie la migliore musica italiana e non solo, come un tempo fu per FMP e ancora prima con la ESP, oltreoceano

Kathodik
Marco Carcasi

Una magnifica, calda e cristallina, risacca acustica.

Leggera, trasparente, in costante progressione.

Ciclicità traslucente, che s'offre lenta, emergendo da fondali silenziosi.

Nove composizioni istantanee, dove le stecche fra jazz (in spaccato noir desolato) classica e contemporanea, saltano di brutto.

Di buffi passi di danza circospetti, gorgoglianti raccoglimenti e minimali distese, di sedimenti stratificati.

Nebbie ed apparizioni solitarie.

Soffiare, fra legno e metallo.

In avvitamento curioso e reciproco.

Luce che guizza, richiami simultanei, sbuffi, torsioni e vertiginose evoluzioni.

Trombone, tromba e flicorno, sax, fagotto e controfagotto.

Musica Jazz
Gennaro Fucile

Di vaporizzazione e centralizzazione dell’io parlò Charles Baudelaire e, se scriviamo”suono” invece che “io”, qualcosa di simile avviene nelle composizioni istantanee che qui si dipanano. Aleggia un’inquietudine friabile e consistente al tempo spesso in ognuna delle nove trame tessute con notevole intesa, perizia e progettualità da Mirko Cosottini, Alessio Pisani, Angelo Contini e Gianni Mimmo. Si lasciano preferire per una più riuscita coralità e profondità Line And Its Fragility e Westerlies Tale.     

Jazzit

Il disco è caratterizzato dalla presenza di un quartetto con molte risoluzioni timbriche, date dal numero di strumenti differenti suonati da Contini.

La musica è completamente improvvisata e la sua concezione è ispirata al concetto di “Tidal”: sinteticamente, si tratta delle onde dell’oceano che ne abitano i punti di non-moto.

Date le premesse, non sorprende ascoltare brani caratterizzati da ambienti modali, con una forte ricerca espressiva e melodica e l’assenza di armonie.

Il lavoro nel suo insieme sembra voler riscoprire i suoni della natura e della terra, alternando momenti di foga parossistica ad altri di più lieve meditazione, e si scorge quasi l’esigenza di un ritorno ad ere musicali pre-armoniche.

Il sound complessivo è cupo, meditativo e notturno, e si apprezza particolarmente la ricerca timbrica

Il Giornale della Musica
Nicolò Pozzi

Onde, maree, vortici acquatici. È il mare il filo conduttore di questo affascinante lavoro di Gianni Mimmo, autista da sempre dedito alla sperimentazione, che qui ha raccolto intorno a sé, sotto il nome di A Windy Season, un insolito quartetto di fiati, con il trombonista Angelo Contini, Mirio Cosottini alla tromba e al flicorno e Alessio Pisani al fagotto e al controfagotto. Un impasto di timbri originale, una tavolozza sonora densa e variegata che, andando a scandagliare le profondità dello spettro armonico, permette di rielaborare complesse architetture sonore. Lungo un appassionante percorso di nove composizioni istantanee, i quattro musicisti giocano tra inseguimenti, contrappunti, divagazioni e contrasti, invitando l'ascoltatore in un viaggio avventuroso verso quei luoghi in cui le tensioni e le inquietudini del jazz di ricerca si sposano con i gesti e la solennità della musica sacra. Niente a che vedere con una concezione panteistica o new age della natura, né tantomeno romantica: Mimmo e soci assumono un punto di vista rigorosamente scientifico, rappresentando con nervose intuizioni i flussi di propagazione delle onde, i punti anfidromici e le linee cotidali. ne scaturisce un disco graffiante e appassionato che sprigiona tutta la forza e la profondità del mare.

Sounds Behind the Corner
Nicola Tenani

Il vento è simbolo aereo di un nuovo disegno musicale nato tra le pareti di Amirani Records; il soffio dell’artista è vento, vento nel legno del didgeridoo, nell’armonica a bocca intrufolandosi tra le ance, uscendone suono aspirato, soffiato tra le labbra di Angelo Contini.

Vento nell’ancia dell’inseparabile sax soprano di Gianni Mimmo, nella tromba e nel filicorno di Mirio Cosottini, nel legno del fagotto, del fratello controfagotto, Alessio Pisani li mette in campo entrambi.

E’ vento fresco, vento greve, vento che spazza, raffredda, riscalda, suona: vento che suona…

Il quartetto è totalmente aereo e nella varietà, nella integrità, nella difficoltà di esprimere affiati tra strumenti distanti classicamente ci sta tutta la follia di Amirani Records, in questa produzione assieme a GRIMedia Records ed a Teriyaki Records, un trio di coraggiose sostenitrici del jazz improvvisato, sperimentale, fuori dai confini del tempo, della percezione.

Ma nelle nove tracce di “Tidal”, ci sono espressioni miste ed il jazz anarchico e slegato si offre metabolizzato in situazioni a tratti ‘cold’, cerebrotico e ponderato, eppure estemporaneo, il sintomo di una grande dimensione empatica tra i quattro musicisti.

Il sax è la prima donna che danza in ognuna delle tracce: danza in assoli, in duetti, in coreografie davvero aeree, danza nell’aria e nel fango, danza corteggiato od odiato dallo strumento di turno e nel danzare coinvolge, trascina, richiama gli altri elementi posseduti dalle difficili alchimie che si creano ‘in progress’.

Ponderato fin da subito: “Amplytude And Cycle Time” è un mandala sonoro complesso, dissimile dai canonici inizi vorticosi, giochi e sfide di cavalieri che giostrano con lo strumento.

Qui c’è studio, corteggiamento, una sorta di tango deforme tra più ballerini che si avvicinano con circostanza, semmai in “Line And Its Fragility” i suoni si articolano abbracciandosi, le note si attraggono/respingono come in un’astratta milonga maledetta, surreale.

Molto bella “Humpback Song”, i legni cavernosi chiedono cautela, tutti gli strumenti si affiancano e fluttuano tra pareti candide di marzapane sonoro, una fiaba narrata con la fantasia di quattro adulti colti, quattro bambini immaginari che traccia dopo traccia arrivano al termine, il termine ha un nome “Westerlies Tale”, e nell’epilogo dell’album inizia una nuova fiaba, senza parole, nutrita dalle immagini che crea l’ascolto, personaggi che avranno il nome che vorrete, la forma, il sesso che vorrete, personaggi nati nel vento, un vento che soffia e diviene suono, magia, illusione.

Esistono gli A Windy Season?

Sands Zine
Etero Genio

Il quartetto A Windy Season è un ensemble tutto italiano, composto da soli strumenti a fiato, che conferma quanto scritto a proposito del duo Mimmo – Levin. In questo caso i riferimenti vanno chiaramente cercati negli intrecci di storici quartetti di sassofoni quali il Rova o il World, oppure nei gruppi similari guidati da Anthony Braxton e/o Roscoe Mitchell, ma anche nella libertà armonica, pur ricca di spunti melodici, delle vecchie formazioni Atlantic guidate da Ornette Coleman. In realtà l’ensemble messo in onda da Mimmo e compagni è ben diverso da entrambe le situazioni citate, trattandosi di un quartetto con solo strumenti a fiato, sì, ma distinguendosi per la presenza di un solo sassofono, il soprano di Mimmo, qui affiancato da trombone e altri accidenti (Contini), tromba e flicorno (Cosottini) più fagotto e controfagotto (Pisani). Per cui, oltre alla vitalità armonico – melodica, è ben apprezzabile anche una considerevole varietà timbrica.

Inutile aggiungere che i due CD si calano alla perfezione all'interno di un catalogo privo di inutili sbavature.

Sodapop
Andrea Ferraris

Se credessi nel senso e nell'utilità di fare una playlist di fine anno Tidal sarebbe senza dubbio nella top ten delle cose migliori che ho ascoltato. Per quel che mi riguarda si tratta di un lavoro splendido sotto diversi punti di vista, infatti oltre ad amalgamare in modo molto equilibrato alcune individualità decisamente forti, si muove attraverso le diverse influenze (esperienze) musicali del quartetto coniugandole in modo affascinante. A Windy Season sono Angelo Contini (trombone, didjeridoo, etc), Alessio Pisani (fagotto, controfagotto), Gianni Mimmo (sax soprano) e Mirio Cosottini (tromba, etc). Un quartetto di fiati, che qualcuno di voi ricorderà il Rova Quartet, ma a dire il vero al di là degli strumenti la musica non ha nessun tipo di affinità. Non so che tecniche di improvvisazione sia stato usato in Tidal, ma al di là che si tratti di ricercatori/docenti/studiosi in materia (da non sottovalutare i laboratori organizzati dal GRIM in materia) è piuttosto evidente come il quartetto si muova in modo più che organizzato. Il suono si sposta in modo splendido fra la musica classica e contemporanea, il jazz colto e le colonne sonore (mi rendo conto che questo non voglia dire nulla, ma cercate di mettervi nei miei panni...). Trovo che si tratti di un disco di una grande finezza, avevo già avuto questo sentore vedendo la loro performance in quello stesso spazio di Camogli dove questo disco è stato registrato, ma trovo che l'esecuzione congelata su questo CD sia ancora più ispirata. La miscela è davvero affascinante: l'esuberanza del carattere di Gianni Mimmo è splendidamente imbrigliata e sfruttata al meglio in una formazione in cui le note basse di Pisani sembrano reggere tutto l'edificio, Contini e Cosottini possono sembrare gregari solo ad un orecchio distratto, infatti fra raddoppi, fughe ed intersezioni i caratteri/suoni più riservati dei due segnano il disco in modo pesante. I giochi di ripetizioni ed i passaggi in cui i musicisti volteggianno insieme sono proprio le parti che mi hanno colpito di più in questo lavoro. Si tratta di un disco che alterna astrazioni a momenti più nervosi, ma comunque con una forte attenzione data alle pause ed allo spazio fisico del suono (non credo che sia un particolare secondario il fatto che ci siano loro stessi dietro ai cursori del mixer). Ne risulta un lavoro che anche nelle fasi più "grige" suona umano e caldo. L'ho ascoltato più volte mentre guidavo e pensavo quanto fosse adatto all'inverno, e alla vista di tutti questi palazzi che sembrano monumenti a cielo aperto alla sterilità; in un'intervista Mirò dichiarò che sarebbe stato più affascinante se le case fossero assomigliate ad una conchiglia come quella che stava agitando fra le mani mentre parlava: se anche fossi stato circondato da edifici del genere questo disco non avrebbe perso una virgola del suo fascino.

Free Jazz Blog
Dan Sorrels

The latest from Italian saxophonist Gianni Mimmo’s Amirani label is an unusual “wind quartet,” featuring Mimmo’s soprano sax along with trombone, trumpet, bassoon, and a handful of other breath-activated instruments. Though wind may get things off the ground, Tidal sticks pretty closely to its restless ocean theme, the music reflecting the tug and pull of the tides. The group is essentially unmoored, an inflowing and outflowing of horns with no rhythm section to keep them safely anchored.

Tidal is entirely improvised, but unlike a lot of recent free improvisation, there’s not much by way of extended technique here. And refreshingly, it’s not needed; the group creates immersive soundscapes through carefully selected notes, expert layering of distinct timbres, and a great use of the natural reverb in the Fondazione Remotti museum. “Humpback Song” eerily captures the feeling of whale song materializing from somewhere in deep sea darkness, while “Line and Its Fragility” jostles a mournful trumpet in increasingly rough waters. Alessio Pisani’s contra-bassoon (which positively thunders in “Amphidromic” and “Rogue Wave”) is an awesome inclusion, its substantial tone evoking the immense expanse of the ocean, or at times, even the weighty pull of gravity itself.

The album closes with the subtly sinister “Westerlies Tale,” a long, dark gale that funnels down into a beautiful solo spot by Mimmo before things are swept to their conclusion. Tidal is an impressive slab of music, and I look forward to more from these Italian musicians. The liner notes briefly touch on amphidromes—“mathematically” still points in the ocean where tides do not exist—and the cotidal lines that radiate in all directions from these points of stillness, of “silence.” Perhaps I’ll close on that interesting image: the idea of some silent, equalized point and then—suddenly—noise, ebbing and flowing, sound emanating, being pulled like fine threads by some great force compelling and unseen, but also familiar, reassuring.

Il Manifesto
Guido Festinese

Concentrazione, capacità di dominare le dinamiche e il senso che prendono certi assiemi, intuizione su quando far entrare significative iniezioni di silenzioe e quand, invece, saturare l’ambiente sonoro con ogni suono possibile. Com’è noto l’improvvisazione non si improvvisa (…)

MusicZoom
Vittorio

Il sassofonista soprano Gianni Mimmo è sempre autore di progetti coraggiosi. Quest´ultimo è stato prodotto dalla sua Amirani Records insieme a GRIMedia Records e Teriyaki Records. Il trio con Angelo Contini al trombone e Stefano Pastor è ora un quartetto, con l´uscita del violinista genovese e l´arrivo di Mirio Cosottini alla tromba ed al flicorno e Alessio Pisani al fagotto e controfagotto. I quattro trovano un´intesa empatica, si capisce subito che sono fatti l´uno per l´altro. La musica è tutta acustica ed ha un qualcosa di elettronico, un suono compatto, un ciclo continuo che sgorga dagli strumenti. Siamo lontani dalle dinamiche di quartetti di sassofoni come il ROVA, qui siamo su strutture molto fluide, liquide, che scorrono come una corrente che dalla sorgente prosegue a velocità diverse e così si espande nello spazio circostante. Un senso sottile di nervosismo è nell´aria, sottostante al suono, un´inquietudine che pervade i silenzi, il suono, qualcosa di intrinseco allo svolgersi dell´esecuzione, un´energia, come quella delle maree, che è sempre presente, anche quando non si manifesta.

Il Giornale della Musica
Guido Festinese

Un nuovo gruppo dedito all'improvvisazione musicale, costruita parte su parte sulla sommatoria di quattro notevoli esperienze personali; un nuovo spazio che accoglie opere d'arte contemporanea come luogo per la registrazione del primo disco, e luogo del primo concerto pubblico. Il gruppo si chiama A Windy Season, lo spazio è la neonata e splendida Fondazione Remotti a Camogli, nel Levante ligure, ex luogo sacro ora riconvertito a punto di riferimento per esposizioni, musica e parole in tema. Windy Seson, ironico riferimento al fatto che tutti i musicisti imbracciano strumenti a fiato, è composto da Gianni Mimmo al sax soprano, Angelo Contini al trombone, Mirio Cosottini alla tromba e flicorno soprano, Alessio Pisani al fagotto e controfagotto.Questi ultimi due musicisti perni essenziali della struttura Grim, gruppo ricerca sull'improvvisazione musicale. Un equilibrio di timbri e voci, dunque, decisamente inconsueto, se non inedito. Per due giorni il gruppo ha affinato negli spazi della Fondazione lunghe sedute di improvvisazione. Ne è derivata tanta musica, che finirà nel primo cd prodotto dalla label di cui è anima e mente Mimmo, la Amirani Records. La sera del 7, poi, il primo concerto, salutato da un gran pubblico. Echi grotteschi ed ironici di brass band, con il suono ulcerato di tromba di Cosottini, collettivi sognanti basati sulla tenuta di note lunghe, profondità abissali dal controfagotto ad innescare riff o cellule tematiche per lanciare il volo del sax soprano, o il beffardo lirismo del controllatissimo trombone di Contini, a volte impegnato anche a “colorare" la musica con conchiglie sonore e didjeridoo australiano. Le volte della Fondazione restituivano imprevedibili riverberi: aggiungendo fascino imprevisto al tutto.

Credits: 

Angelo Contini _ trombone, didjeridoo, thunder drum, jew’s harp, sea-shell
Mirio Cosottini _ trumpet, flugelhorn
Gianni Mimmo _ soprano sax
Alessio Pisani _ bassoon, contra-bassoon

 

music _ instant compositions by A Windy Season
recording _ 2012, 5-6 Jan., Fondazione Remotti, Camogli, Italy 
engineering & mixing _ GRIM
mastering _ Maurizio Giannotti at New Mastering studio, Milano, Italy
Tidal concept _ Gianni Mimmo
cover artwork _ excerpt from “Panta Rhei (vectors)” byPedro Mari www.defetto.com
inside photo _ Mirio Cosottini
graphics _ Nicola Guazzaloca
production _ Gianni Mimmo for Amirani Records,
GRIMedia records, Teriyaki Records

 

Special thanks to Fondazione Pierluigi e Natalina Remotti 
for the inspiring location and the artistic support.

 

Thanks to Assessorato alla Cultura di Camogli.

Gianni Mimmo plays Gloger Handkraft saxophone necks 
and Masterclip™ ligature