How to get rid of the Darkness

July, 2022
AMRN070
CD Digipack
Price: 
12.50
Pierfrancesco Mucari & Gianni Mimmo

Credo che si tratti di un lavoro narrativo, molto naturale, che contiene e apre molti piani di lettura. 
L’ho ascoltato diverse volte e ho trovato sempre cose nuove, intersezioni che tornano, collisioni che generano un respiro poetico semplice ma intenso. In più, forse per motivi di mia sensibilità personale, trovo questo lavoro molto attuale, come un attraversamento della coltre pesante di questi tempi. 
Da qui forse il titolo che ho pensato. 
Molte porte si traversano, le nostre derivazioni sembrano accendere le stanze di una luce fresca, in alcune mi sembra riusciamo a toglierne il soffitto o ad aprire larghe finestre. Non è estranea a questi brani una fugace malinconia, esplicita in taluni episodi, ma su tutta la musica avverto una sincerità prêt’à porter che in altri contesti richiede di essere cercata con passione, per essere esperita.

Gianni Mimmo

Reviews

KFJC 89.7FM
Albion Moonlight

Gianni Mimmo who runs Amirani Records from Italy and has performed in the KFJC Pit, here is joined by Pierfrancesco Mucari in a series of unaccompanied saxophone duets. These inventive and engaging duets bring to mind some of the duet work of Julius Hemphill and Oliver Lake, if only somewhat less raucous. I also hear a soupcon of Anthony Braxton. 

These duets seem to be neither fully written out but nor entirely improvised. They play sopranos and an alto, the musical range of which makes the music somewhat ethereal. The two horns weave and zoom, connecting in harmonic figures, and then meander off in their own directions. This music seems to be somewhat atonal in nature, and particularly European (that is more in the classical end of thimgs and not in the American Jazz vernacular.) Any of these selections would make a welcome addition to your radio show whether Jazz or otherwise. Recommended.

All About Jazz
Neri Pollastri

Non sbaglia un colpo Gianni Mimmo: dopo lo splendido Transient con il trio Clairvoyance—assieme a Silvia Corda e Adriano Orrù—eccolo adesso in un lavoro non meno bello, stavolta in duo con il polistrumentista siciliano Pierfrancesco Mucari. 

Registrato tra le suggestive mura di Casa Faranda, antica dimora del borgo messinese di Castroreale, How to Get Rid of the Darkness è una riuscitissima improvvisazione dialogica, libera ma con un marcato carattere lirico in filigrana, molto coerente stilisticamente e che cambia di brano in brano tanto forme, quanto timbri, grazie all'alternarsi di Mucari tra i sax soprano, contralto e preparato, oltre a suonare in due brani il marranzano, l'idiofono a pizzico della tradizione isolana. 

Per tutti i cinquantadue minuti di musica i due protagonisti s'intendono a meraviglia, intrecciando mirabilmente i suoni dei loro strumenti, cosa che accade sia nelle tracce più brevi—"Somber Pieces II," trentadue secondi, è quasi un brano interrotto sul nascere, ma ha egualmente una sua compiutezza, mentre i due minuti e cinquanta di "Grotesque [Jack in the Box]" riassumono un dialogo ricco di cambiamenti umorali—sia in quelle più estese. Ed è proprio il brano più lungo, quello che dà titolo all'album, a essere per chi scrive uno dei suoi momenti alti: entrambi al soprano, Mimmo e Mucari si volteggiano reciprocamente attorno con leggiadria, come coloratissime farfalle, cambiando di momento in momento velocità e traiettorie, battito delle ali e relazione reciproca; la lieve differenza timbrica permette di distinguerli e seguirne le evoluzioni, di apprezzarne le reciproche espressioni, insomma di godere della magnifica musica cui i due sono capaci di dar vita all'impronta. 

Ben diverso, ma non meno mirabile, quanto scaturisce dall'incontro tra il soprano di Mimmo e il marranzano di Mucari, cosa che accade sia nella conclusiva "Until I Could See Your Little Boat Fade in the Mist of Dawn," sia in "Salome's A-tout": in questo caso Mucari costruisce un nucleo ritmico—espressivo attorno al quale il compagno può muoversi con libertà, esplorando i timbri estremi del suo strumento senza perdere contatto con una componente materica e terrena. Di particolare interesse anche "Crimson Bird Back Home," nel quale Mucari "prepara" il suo soprano immergendone la campana in un catino di rame antico e suonandolo in respirazione circolare, ottenendo in tal modo sia sonorità diverse —assai adeguate al titolo del brano"—, sia brobottii e colpi con i quali interagisce con Mimmo. 

Lavoro di bellezza cristallina che non ci si stancherebbe mai di ascoltare. 

Album della settimana.

Sands Zine
Mario Biserni

«Domanda: chi gode della poetica di Mimmo e Mucari? Risposta: tutti coloro in grado di percepire la solidità di una pretesa di vita che guarda alle sue meraviglie o patimenti con l’ottimismo di un domani. Tutte le sollecitazioni libere e imprevedibili di “How To Get Rid Of The Darkness” sono contributi a quel rinascimento artistico che è già in atto ma di cui molti non se ne sono accorti». Così termina Ettore Grazia le note scritte per accompagnare il CD. In realtà c’è poco da aggiungere e potrei limitarmi a questa citazione. Ma il buon Mimmo potrebbe chiedermi ragione della mancata recensione ed io lì ad arrampicarmi negli specchi per trovare una giustificazione alla mia negligenza. Per cui …
Inizio dal titolo che significa come sbarazzarsi dell’oscurità, più o meno, e posso dire di aver toccato la questione con mano. Nei giorni in cui volente o nolente ero bombardato dalla luminescenza del festival di sanremo, spettacolo talmente indecoroso da poter essere eletto a massima espressione di un’oscurità culturale sempre più invasiva, rifugiarmi nella sincera sobrietà di questo disco è stato un autentico toccasana.
Gianni Mimmo è, fra i musicisti che si dichiarano allievi di Steve Lacy, il più fedele all’estetica del maestro. Quantomeno, ne sono certo, è quello che Lacy apprezzerebbe di più. Questo inciso perché “How To Get Rid Of The Darkness” mi ricorda pazzescamente una notte pisana illuminata dal soprano di Lacy, che dialogava con la luna passeggiando sopra al muro che cinge il Giardino Scotto.
Altresì Mimmo è noto per una predisposizione verso collaborazioni di vario tipo e ad ampio spettro che, in occasione di questo disco, lo porta a far tandem con il sassofonista siciliano Pierfrancesco Mucari. Le poche notizie reperibili su quest'ultimo, che ha iniziato giovanissimo suonando la chitarra basso in contesti new wave, dicono di uno strumentista piuttosto dotato e talmente estroso da esibirsi in vari tipi di situazione (dalla musica improvvisata alla musica sinfonica). Per inciso va detto che per Mimmo un compagno di viaggio simile è come il cacio sui maccheroni.
Vi consiglio di iniziare l’ascolto dai due brani in cui Mucari suona quello che è volgarmente noto come scacciapensieri (marranzano per i siciliani e Jaw Harp nei piani alti della musica). Fra i suoni poveri, direi pastorali, dell’antico strumento monocorde, che richiede una grande abilità per essere suonato, le note del sax soprano sono come raggi di luna che danzano fra gli sterpi dei ranchi. Un effetto simile viene fuori quando Mucari rende più primitivo il suono dei suoi sax attraverso delle preparazioni personali.
L’effetto generale è lo stesso che si otterrebbe uscendo dalle luci, dai suoni, dalle voci e dagli schiamazzi ottundenti di una grande città per calarsi nel silenzio di una notte campestre. Sembra una contraddizione identificare l’oscurità con le luci di una città, lo so, ma il concetto di oscurità può essere sia fisico sia metafisico.
Negli altri brani, vado a braccio e potrei sbagliare, Mimmo sembrerebbe suonare più melodico e Mucari più ruvido.
D’altra parte Mimmo non è mai stato un improvvisatore caciarone, tutt’altro, e al pari del suo mentore ha un’indubbia ascendenza in Monk, il jazzista più prossimo a Cage e Feldman nella valorizzazione degli spazi vuoti. Poeti del silenzio.
Una menzione speciale va dedicata alla bella confezione dove è riprodotto un dipinto del pittore post-macchiaiolo Oscar Ghiglia, un nome a lungo sottovalutato che va finalmente trovando il suo posto fra gli artisti italiani più importanti del primo Novecento.
Termino quindi con un grazie speciale al sassofonista milanese: per il bel disco, per avermi fatto conoscere sia Pierfrancesco Mucari sia, last but not least, l’arte pittorica di Ghiglia. Molto più di quello che solitamente viene chiesto a un insulso dischetto di plastica. 

Kathodik
Alessandro Bertinetto

Come sbarazzarsi dall’oscurità? Il Rinascimento, almeno secondo la vulgata, riportò la luce dopo l’oscurità medievale con l’arte dei grandi Maestri. Oggi è ancora l’arte, nel caso specifico la creatività musicale di due grandi maestri del sassofono, a proporre squarci di luce in un’epoca tutto sommato abbastanza tenebrosa (il covid, la guerra, la povertà diffusa, il cambiamento climatico…). Il sax soprano di Mimmo trova nei sassofoni (soprano, contralto, preparato) di Mucari vie ideali per concertare un’espressività creativa radicata nella libera improvvisazione. E l’adozione, da parte di Mucari, del marranzano, strumento idiofono della tradizione popolare siciliana, offre (in Salome’s À-tout e in Until I Could See Your Little Boat Fade in The Mist Of Dawn) un invito inaudito a Mimmo per inventarsi una fresca immaginazione sonora, aperta e melodica, oltre a scompaginare favorevolmente le attese percettive dell’ascoltatore. Non è un espediente per catturare facilmente l’attenzione: piuttosto, contribuisce, con un mezzo sonoro particolare, al dialogo luminoso (e sicuramente virtuosistico) espresso con “saggezza e bravura” (per riprendere le note di copertina di Ettore Garcia) nel corso dell’intero album, sia nei brani più brevi (Somber Pieces II), sia in altri più lungi e articolati, come il brano che dà il titolo all’album. In entrambi i formati le proposte musicali dei due sassofonisti suonano come Whispered Truths: sussurri, certamente; ma veritieri.

L'Isola che non c'era
Alberto Bazzurro

In How to Get Rid of the Darkness, Mimmo duetta con I saxofoni (e il marranzano, o scacciapensieri, nell’ultimo brano) di Pierfrancesco Mucari, lavoro diverso sia sul piano timbrico che su quello delle dinamiche che si vengono a instaurare fra i due strumenti, in un clima pensoso quanto denso, limpido ma a tratti nervoso, quasi concitato. Un cd che ci conferma una volta in più quanto valga ormai da molti anni la voce (globalmente parlando) di Gianni Mimmi e della sua coraggiosa etichetta.

Blow Up
Piercarlo Poggio

Il duo di fiati con Mucari (soprano e alto, talvolta “preparati”) è un’altra convincente dimostrazione di come si possa essere comunicativi al massimo grado pur uscendo dagli schemi canonici. È un dialogo che procede fra unisoni e inseguimenti, battibecchi e ritrosie, spesso e volentieri sul filo di un evidente autoironia. L’impiego monocorde e rallentato dello scacciapensieri da parte di Mucari, nella traccia finale, sembra appunto voler ulteriormente picconare la supposta ieraticità della pratica creativa.

Orynx Improv and Sounds
Jean-Michel Van Schouwburg

Deux saxophonistes : Gianni Mimmo à l’unique saxophone soprano avec des accents et des intervalles caractéristiques de la musique de Steve Lacy. Pierfrancesco Mucari aux sax soprano, alto et « préparés » ainsi qu’au marranzano dans les n°5 et 12. Le marranzano est en fait une guimbarde traditionnelle qui est utilisée pour marquer des pulsations alors que Gianni Mimmo développe une improvisation. L’échange intense et excellement coordonné entre les deux souffleurs contribue à construire une remarquable musique collective où les traits précis de chacun s’emboîtent dans une surprenante architecture. Une partie des 12 pièces, véritables compositions instantanées, ont une durée assez courte autour des deux minutes, mais deux font plus de six minutes et les deux plus longues dépassent les neuf minutes. Les plus longues sont construites autour d’une narration imaginaire alors que les plus courtes sont de remarquables miniatures qui expriment l’essentiel. Le degré d’empathie et d’imbrication est tout à fait remarquable. L’auditeur ne se pose pas la question de distinguer « qui joue quoi » tant les interventions alternées détaillent un matériau structurel unifié, les durées des segments que chacun des deux improvisateurs s’attribuent spontanément par leur jeu individuel est tout à fait irrégulière rompant ainsi l’impression d’une forme structurée alors qu’ils donnent le sentiment qu’il y aurait un plan préétabli qui d’ailleurs suggère un labyrinthe alors que les différentes pièces s’emboîtent comme un puzzle dans notre perception. Cette manière de partager l’espace sonore et le flux de l’improvisation répond à l’exigence de spontanéité et de formes originales arpentant des canevas polymodaux. Polymodal est le terme choisi entre autres par Steve Lacy pour expliquer sa conception de superposer et imbriquer plusieurs échelles modales différentes dans la même composition. On retrouve ici l’angularité récurrente du « monkisme » chère à Steve Lacy bien que les accentuations de Gianni Mimmo soient plus élusives et nettement moins marquées. Leurs improvisations sont consistantes et si elles font partie de l’univers Lacyen, les deux musiciens leur apportent un feeling et une orientation esthétiques bien différentes, et sutout, chaque note est jouée avec sa raison d’être. Une superbe musique poétique et raffinée qui me procure un vrai plaisir d’écoute. 

Vinylmine
Ponthas Troussas

Κλασικού τύπου improv-jazz άλμπουμ, δομημένο από δύο σαξοφωνίστες, το “How to Get Rid of the Darkness” (Πώς να απαλλαγείτε από το σκοτάδι) [Amirani Records, 2022] είναι ένα CD, που επιχειρεί να εκφράσει την εποχή μας. Την εποχή μας που είναι «σκοτεινή» και που απαιτεί, συγχρόνως, τρόπους και μεθόδους ώστε να μετριάσεις το «σκοτάδι» της ή ακόμη και να απαλλαγείς από αυτό.
Μπορεί η μουσική, μια μουσική πράξη, να καταφέρει κάτι τέτοιο; Τα πάντα μπορεί η μουσική, σε προσωπικό επίπεδο, για τον καθέναν από εμάς – αλλά το κατά πόσο μπορεί να επιδράσει συνολικά (η μουσική), προς την κατεύθυνση κάποιων ευρύτερων κοινωνικοπολιτικών λύσεων και πολύ περισσότερο αλλαγών είναι ένα θέμα... Anyway…

Οι δύο αυτοσχεδιαστές, εδώ, ο Pierfrancesco Mucari σε σοπράνο, άλτο, προετοιμασμένα σαξόφωνα και marranzano (το ιδιόφωνο σιτσιλιάνικο όργανο, γνωστό και ως scacciapensieri) και ο Gianni Mimmo σε σοπράνο σαξόφωνο, επιχειρούν να δημιουργήσουν ένα περιβάλλον... συνεννόησης, μέσα από ευγενείς διαξιφισμούς, διασταυρώνοντας ήχους, άλλοτε συμβατούς με τον κατανοητό ήχων των οργάνων τους, και άλλοτε διαφοροποιημένους, μέσω ποικίλων (εξωτερικών) παρεμβάσεων και τεχνικών.
Η μουσική των Mucari και Mimmo θα μπορούσε να παρουσιαστεί ή μάλλον να προσομοιωθεί με ένα δέντρο. Με τα κλαδιά του να διασταυρώνονται και να συμπλέκονται, εκεί όπου μέσα από τις πυκνές φυλλωσιές θα μπορούσες να δεις λίγο φως... κάποιο φως.
Πάντως να πούμε πως το άλμπουμ δεν είναι τόσο «ακραίο» όσο ίσως υπονοείται. Δεν πρόκειται για μια εικονοκλαστική διέξοδο, αλλά για ένα συναισθηματικώς κατασταλαγμένο CD, με σημεία άλλοτε λυρικά, έως και μελαγχολικά, και άλλοτε πιο έντονα, παθιασμένα και αποφασιστικά.
Βοηθούν τα μάλα προς άπασες τις κατευθύνσεις οι επινοήσεις των δύο μουσικών, που ξεφεύγουν όχι μόνον στα tracks με το marranzano (“Salome’s à tout”, “Until I could see your little boat fade in the mist of dawn”), μα και σε άλλα κομμάτια, όπως στο “Crimson bird back home” φερ’ ειπείν, που είναι, όλο, ένα «βιβλίο» για δύο σαξόφωνα, ξαναγραμμένο από την αρχή.

Music Zoom
Vittorio Lannutti

Il sassofonista soprano Gianni Mimmo dopo la collaborazione con Harry Sjöström ha scelto di lavorare ancora in duo in studio con un altro sassofonista, il siciliano Pierfrancesco Mucari, anche lui al soprano, al sax alto ed al marranzano, il tradizionale stumento folklorico. I due si differenziano nei loro stili ed approccio allo strumento, eppure sembrano avere un’intesa telepatica, data forse dal reciproco ascolto prima delle rispettive registrazioni e poi dall’incontro in studio. Mimmo, così come il suo maestro Steve Lacy, si accentra su frammenti melodici che ripete creando un suo universo intorno al quale Mucari si avvita con delle forme sinuose. interessante Crimson Bird Back Home in cui il sax soprano ed il marranzano trovano in’insolita via alla comunicazione creando un universo sonoro piuttosto originale. I due hanno trovato una sintonia che si spera di ascoltare anche dal vivo, pandemia permettendo.

Il Manifesto
Guido Festinese

Le grandi isole portano bene alla musica di ricerca con fondamento jazzistico: le terre circondate dal mare catalizzano energie e talenti, e mettono in moto la creatività. Ne trovate esempio in due cd per Amirani Records, coraggiosa etichetta guidata dal sassofonista Gianni Mimmo, qui anche protagonista delle due incisioni. ... Gioco di interazione, di intesa e complemento senza strumenti armonici in How to Get Rid of the Darkness, di Pierfrancesco Mucari e Mimmo: il primo usa anche contralto, scacciapensieri e sax «preparati», il secondo il fido soprano, il tutto registrato in Sicilia. 

Avant Music News
Daniel Barbiero

The newest two offerings from Amirani Records, the label curated by Gianni Mimmo, find the Milanese soprano saxophonist in two very different settings.

The first is a duet with Sicilian saxophonist Pierfrancesco Mucari, who plays soprano, alto, and prepared saxophone, as well as the marranzano, a Sicilian jaw harp. Mimmo is no stranger to the unusual format of the saxophone duet, and here as on his earlier collaborations with saxophonist Harri Sjöström, he demonstrates how two similarly pitched and timbrally closely related instruments can create a music of noticeable differences. His and Mucari’s voices in this series of improvisations are readily distinguishable; Mimmo, who often favors a kind of musical cubism based on repeated melodic fragments, pushes the style to contrast it with Mucari, who tends to weave a longer and more sinuous line. Although this appears to be Mimmo and Mucari’s first collaboration, at least on record, there’s an almost telepathic rapport between them, as they double each other’s lines, complete each other’s phrases, and provide counterpoint and harmonies nimbly assembled in real time. The music is complemented by an illuminating liner note from Ettore Garzia.

Credits: 

Pierfrancesco Mucari: soprano, alto and prepared saxophones, marranzano
Gianni Mimmo: soprano saxophone

Music by P. Mucari and G. Mimmo
Recorded at Casa Faranda, Castroreale, Sicily, Italy on 2021, November the 27th -28th
Sound engineering, mixing, editing: Pierfrancesco Mucari
Mastering: Maurizio Giannotti, New Mastering Studio, Milano, Italy
Cover artwork: Oscar GhigliaLa Camicia Bianca [Donna Che Si Pettina]”, 1909
Inside Photos: Shanu
Liner Note: Ettore Garzia [ Percorsimusicali.eu ]
Graphics: Mirko Spino
Executive Production: Gianni Mimmo for Amirani Records in collaboration with InCastro Festival [ Incastrofestival.com ]

Special thanks to Shanu and Giorgia for their unvaluable support to the realization of this album.